In Italia la posizione della donna si sta lentamente deteriorando, perdendo anche ciò che nel passato aveva faticosamente conquistato.
Nel 2009 infatti, per la prima volta dal 1996, il tasso di occupazione femminile ha registrato segno negativo, scendendo al 46,4% e mostrando un ulteriore peggioramento nel 2010. Il tasso di inattività femminile è particolarmente elevato e negli ultimi anni ha toccato il 50%, circa 13 punti oltre la media Ue. Sebbene il numero di donne che conseguono la laurea sia da anni maggiore di quello degli uomini, le donne sono solo il 21% dei deputati e il 18,3% dei senatori. Un dato che colloca l’Italia al 56° posto nella classifica mondiale per la presenza femminile in Parlamento.
I dati sono contenuti nel Il rapporto 2010 di Social Watch, una rete di organizzazioni della società civile che ha membri in più di 60 Paesi, creata nel 1995 come “luogo di incontro” per organizzazioni che si impegnano nel campo della lotta alla povertà e la parità di genere.
L'organizzazione si interessa dei progressi e delle battute d’arresto dei vari paesi del mondo, controllando in questo modo la corrispondenza tra ciò che i Governi si impegnano a fare e l’effettiva realizzazione delle politiche adottate, pubblicando un rapporto ogni anno. Oltre a ciò esso mira a promuovere il confronto tra istituzioni e organizzazioni per aprire spazi di dialogo.
Alla coalizione italiana del Social Watch aderiscono nove organizzazioni della società civile: ACLI, Amnesty International-Sezione Italiana, ARCI, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Lunaria, Mani Tese, Oxfam Italia, WWF. L’incontro di Social Watch svoltosi a Roma il 17 febbraio ha toccato temi rilevanti quali l’immigrazione e il senso di appartenenza, lo sviluppo del paese e la posizione della donna, la militanza politica, le minoranze, i giovani, il loro ruolo nella società odierna, gli sbocchi professionali, tutte questioni di forte impatto sociale.
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