Stampa
Lunedì, 24 Febbraio 2014 12:49

Da aprile il decollo ufficiale di Accredia, ente autorizzato dal governo con il compito di certificare che un grande concerto, o una fiera, rispetta tutti i paramenti ambientali.

C’è un business che ruota attorno alla certificazione di sostenibilità rilasciata alle diverse kermesse che ogni anno si svolgono qui e là nel nostro paese. Ma chi controlla che i certificatori seguano le regole e promuovano solo i meritevoli? Fino a oggi nessuno. Le cose stanno però per cambiare. In Italia sta per partire l’accreditamento volontario dei certificatori di eventi sostenibili. Sarà Accredia, ente autorizzato dal governo, a fare questo tipo di lavoro. Il lancio ufficiale del nuovo sistema è previsto per il 31 marzo, durante un convegno organizzato in collaborazione con l’Uni. E gli stessi organizzatori dell’Expo 2015 faranno un po’ da “madrina” dell’appuntamento con la loro partecipazione. Ma ci saranno anche gli organizzatori di grandi concerti e i rappresentanti di Aefi, l’associazione che rappresenta gli organizzatori di fiere. Proprio in vista dell’Expo 2015 Accredia spera di far partire i primi accreditamenti. E di dare il “bollino blu” alle società che probabilmente scenderanno in campo per aggiudicarsi la certificazione dell’evento più atteso del momento. 

«Il nostro compito — afferma il presidente di Accredia, Federico Grazioli — sarà quello di assicurare che chi certifica sia indipendente, ovvero dotato di un comitato per la salvaguardia dell’imparzialità, costituito da soggetti terzi all’azienda, che impedisca l’automatico rilascio della certificazione a fronte del pagamento del servizio ». Non c’è però nessun obbligo di accreditarsi. Solo chi vorrà potrà fare domanda. In questo caso sarà sottoposto a un monitoraggio da parte della società guidata da Grazioli. «L’accreditamento — spiega il presidente — darà una garanzia in più, una maggiore autorevolezza e valore alla certificazione rilasciata da queste società». L’Italia oggi è il primo paese a lanciare questo sistema di accreditamento. «Stiamo facendo un po’ da apripista a livello internazionale » affermano da Accredia, consapevoli che la sensibilità ambientale tra gli organizzatori di eventi sta crescendo in tutto il mondo. É quando emerge anche dal primo “Rapporto sullo stato della sostenibilità nel settore fieristico”, pubblicato a dicembre scorso dall’Ufi, l’organizzazione mondiale dell’industria fieristica. Lo studio è stato realizzato grazie al coinvolgimento di 121 imprese di 41 paesi (di cui 5 italiane), e quasi tutti gli intervistati (organizzatori fieristici, fornitori) hanno dichiarato di essere interessati a investire in sostenibilità. Due imprese su cinque hanno affermato di avere già adottato principi di sostenibilità in ogni loro attività, mentre altre due hanno investito solo in alcune aree (energia, forniture). Questo interesse dovrebbe potenzialmente far sviluppare anche il mercato delle certificazioni. Alla luce soprattutto delle ragioni che spingono gli organizzatori di fiere a muoversi in modo sostenibile. Tra le tante le principali sono di sicuro il ritorno di immagine, il vantaggio competitivo. Il pubblico che partecipa a queste fiere è sempre più sensibile alle tematiche ambientali. Ormai è risaputo che i grandi eventi, attirano un elevato numero di visitatori nell’arco di pochi giorni e presentano una serie di problemi: per esempio contribuiscono in modo significativo all’emissione in atmosfera di gas responsabili dell’effetto serra. «Ma perché un evento possa dirsi sostenibile secondo le norme internazionali e quindi al fine di ottenere la certificazione — afferma il presidente Grazioli — non si devono seguire solo regole legate al rispetto dell’ambiente, ma anche altri comportamenti che vanno dal garantire la sicurezza dei lavoratori fino al pagamento di dipendenti e collaboratori». In Italia, secondo stime Accredia oggi operano già come certificatori una decina di società. Che non sono però accreditate. Del resto si tratta di una novità. All’estero non ci sono ancora enti che accreditano i certificatori di eventi sostenibili. Lo racconta la stessa British Standard Institution (Bsi), la multinazionale che ha certificato le Olimpiadi di Londra e che ha lavorato alla stesura della stessa norma internazionale che ora regola il settore. «Bsi è accreditato per altri sistemi di gestione, ma non per questo, da Anab, che ha la stessa valenza di Accredia negli Stati Uniti». L’Expo 2015 rappresenterà il vero banco di prova per Accredia, l’ente chiamato a verificare la sostenibilità di un evento

Fonte: La Repubblica