Sarkozy: "Agli Stati il compito di ispirare, ora agiscano i protagonisti".
DEAUVILLE
Il G8 che doveva avere come «marchio» Internet, che per la prima volta irrompe con il suo carico di creatività e di gioventù sui tavoli polverosi della politica, sarà forse ricordato più per altri motivi. Si è parlato certo di web, sono sbarcati a Deauville alcuni dei suoi guru, ma da un punto di vista concreto non c’è stato nulla, o quasi. Maurice Levy, grande anfitrione del gigante della comunicazione Publicis e ponte di collegamento fra i due pianeti, aveva chiesto ieri «più Internet per tutti, e gratis per l’intero pianeta».
Mark Zuckerberg, ideatore di Facebook, Eric Schmidt, l’uomo di Google, e tanti altri, lo avevano spalleggiato, sogghignando però sui tempi e sulle pretese della politica, che annaspa in un mondo dove le novità arrivano prima che qualcuno possa anche soltanto immaginarle. Tante erano le richieste, dalla protezione del copyright alla guerra alla pirateria, dal sostegno dei governi alla banda larga alla garanzia del diritto di connettersi. Non c’è stata nessuna firma di «Carta di Internet» al G8 di Deauville, come negli auspici della Francia. Il documento finale contiene però un sostanzioso capitolo dedicato ai problemi della rete, in gran parte una sorta di omaggio dovuto e un pò scontato all’importanza di Internet per il mondo attuale. «L’apertura, la trasparenza e la libertà» del web sono state «chiavi del suo sviluppo e del suo successo», sanciscono i "Grandi", che auspicano uno sviluppo della rete senza discriminazioni e con una corretta competizione. È indispensabile salvaguardare la «libertà di opinione», si legge nel documento, e «ogni censura o restrizione arbitraria o indiscriminata all’accesso ad Internet è incompatibile con gli obblighi internazionali degli stati ed è inaccettabile».