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Martedì, 06 Maggio 2014 07:49

La società europea non sta sfruttando pienamente le opportunità del digitale, almeno come comunità unica. Gli sviluppi sono spesso confinati nei singoli Paesi e le direttive e le raccomandazioni europee rischiano di non produrre lo sviluppo atteso.

Il settimo pilastro dell’Agenda Digitale Europea si focalizza sui benefici basati sulle opportunità dell’ICT nella società europea. È quindi evidentemente un pilastro che si muove su azioni in continuo divenire proprio perché i modelli di riferimento delle tecnologie ICT applicate ai diversi contesti socio-economici sono soggetti a continua evoluzione.

Non è un caso che, su questo tema, elevato è stato l’impatto della revisione effettuata nel 2012 sull’Agenda Digitale Europea, con l’inserimento di tre nuove azioni, tra cui quella diretta a includere le iniziative sulle smart city e sulle smart community.

Obiettivo specifico della Commissione Europea è favorire la diffusione capillare e la messa in pratica delle enormi potenzialità delle tecnologie digitali, così da migliorare la qualità della vita della società europea, soprattutto intervenendo sul tema del consumo energetico, della mobilità intelligente, della vita degli anziani, dei servizi sanitari e in generale dei servizi pubblici, oltre che promuovere la digitalizzazione del patrimonio culturale europeo e il suo più ampio utilizzo da parte della popolazione.

Anche in quest’area è però evidente la debolezza del coordinamento europeo, come abbiamo rilevato su altre aree dell’Agenda Digitale Europea trattate in precedenti analisi. Sostanzialmente l’azione della Commissione Europea ottiene risultati fin quando sono da emanare linee guida, raccomandazioni o direttive che fissano elementi comuni per l’azione degli Stati Membri. Inizia a essere meno efficace quando l’azione centrale di coordinamento richiede fondi specifici (vedi ad esempio il caso dei servizi della “Connecting Europe Facility” dove a fronte di una richiesta di 9 bilioni di euro ne è stato stanziato uno solo dal Parlamento Europeo) e quasi del tutto imprevedibile lì dove si richiede l’adozione da parte degli Stati Membri nelle proprie normative e regolamentazioni, oltre che la conseguente la messa in atto. Soprattutto se il tema in esame confligge con l’interesse competitivo tra gli Stati, come nel caso dell’azione 91 dell’Agenda Digitale Europea, relativa alle specifiche per le attività di eCommerce crossfrontaliere, che dalla dashboard sullo stato delle azioni vede inadempiente larga parte degli Stati.

Ed è così che nessuna delle azioni assegnate agli Stati membri è stata completata nella sua totalità nei tempi previsti e molte azioni sono in ritardo rispetto alle scadenze fissate.

Lo stato di avanzamento delle azioni dell’Agenda Digitale Europea

La Commissione Europea ha svolto un ruolo di stimolo e di spinta su tutte le aree toccate da questo pilastro. In particolare:

Infine, un’azione di grande innovazione è quella che riguarda l’area delle Smart Cities and Communities, in cui la Commissione si è fatta promotrice di una Partnership (la European Innovation Partnership on Smart Cities and Communities -EIP-SCC), che vuole coinvolgere città, imprese e cittadini nel miglioramento della qualità della vita urbana attraverso l’adozione di soluzioni integrate e sostenibili, facendo sì che sulla base di modelli condivisi la collaborazione porti allo stesso tempo ad accelerare le innovazioni riducendone i costi. Le direttrici del cambiamento sono l’innovazione applicata nelle situazioni concrete, una migliore pianificazione, un approccio più partecipativo, una più alta efficienza energetica, migliori soluzioni di trasporto, un uso intelligente delle ICT. Questi principi sono stati razionalizzati prima in un Piano di Implementazione  Strategico e pochi mesi fa nel Piano di Implementazione Operativo. Mentre il Piano strategico si focalizza su tre aree verticali (mobilità urbana sostenibileambienti e distretti sostenibili,infrastrutture e processi integrati dal punto di vista energetico, ICT e dei trasporti), il piano operativo identifica le potenziali azioni su 11 priorità, tra cui la definizione e l’utilizzo di indicatori, lo sviluppo sostenibile, l’utilizzo di architetture integrate, la pianificazione e la gestione integrate, l’utilizzo e la diffusione dell’open data, la condivisione della conoscenza.

La posizione dell’Italia

Analizzando gli indicatori dello Scoreboard dell’Agenda Digitale Europea relativi a questo pilastro si rilevano alcuni aspetti significativi:

Nel campo energetico e dei trasporti intelligenti l’Italia si misura con normative molto innovative (che permettono di non essere inclusi tra i Paesi inadempienti) e applicazioni ancora parziali, mentre sul fronte delle Smart City è appena partito il Tavolo di Coordinamento che dovrebbe consentire di razionalizzare e coordinare gli interventi, oggi disordinati, disomogenei e alla ricerca di un modello unificante, spesso guidati dalla tecnologia e dai vendor.

Ma per sfruttare appieno le opportunità del digitale occorrono almeno due ingredienti fondamentali, che ancora non si manifestano in modo adeguato:

Su questi punti l’auspicio è che il governo dia rapidamente risposte efficaci ed esaurienti.

 

Fonte: Agenda Digitale-Nello Iacono, Stati Generali dell'Innovazione