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Giovedì, 06 Settembre 2012 14:31

Un sondaggio europeo dice che soltanto l’11% dei cittadini del Vecchio continente ha un’attività imprenditoriale, e che il 45% svolgerebbe volentieri un lavoro autonomo se potesse. È la conferma che spesso manca il terreno in cui seminare la volontà di fare, oltre che i mezzi e le connessioni, e che tutto è reso più difficile dalla lunga crisi in cui ì incappata l’economi a dodici stelle.
Bisognerebbe farci qualcosa, ammettono a Bruxelles. Anche perché le nuove imprese rappresentano la fonte più importante di nuovo lavoro, visto che esse creano 4,1 milioni posti l'anno.
Le iniziative in cantiere sono numerose. Fra le altre, la Commissione Ue ha avviato una consultazione pubblica con l'obiettivo di raccogliere i punti di vista delle parti interessate e dei cittadini sulla portata dei possibili interventi futuri a livello comunitario, nazionale e regionale, al fine di promuovere l'imprenditorialità. Si tratta, ha spiegato Antonio Tajani, responsabile per l’Industria, di «stimolare l’appetito di imprenditorialità» e dare «un sostegno ai suoi potenziali e nuovi imprenditori nella creazione di nuove imprese». Bruxelles, insomma, vuole ascoltare le idee della gente.

L'imprenditorialità europea appare in ritardo rispetto agli Stati Uniti, da noi soltanto il 45% dei cittadini preferisce esercitare un'attività autonoma, mentre negli Usa sono il 55%. Secondo la Commissione, «questa mancanza di stimolo all'imprenditoria non è dovuta a un disamore europeo verso l'imprenditorialità, bensì a fattori strutturali, amministrativi e culturali concreti che è necessario affrontare». Servono cure. Servono proposte e ricette.
Tutti i cittadini e organizzazioni possono partecipare. La Commissione è interessata ad alcuni aspetti cruciali. Ad esempio, cerca idee per promuovere lo spirito di imprenditorialità nelle scuole e nelle università, visto che la percentuale di studenti che diventano imprenditori entro cinque anni dopo l'uscita dalla scuola è del 3-5%. Oppure per valorizzare due bacini che non offrono prospettive quanto dovrebbero, come le donne e gli anziani. Bruxelles nota che le imprenditrici costituiscono appena il 34,4% dei lavoratori autonomi Ue. «Le donne sono la fonte meno valorizzata di imprenditorialità», ammette l’Esecutivo. Cosa si può fare? La consultazione cerca risposte anche per i migranti, le minoranze o altri gruppi specifici di potenziali imprenditori. Maanche sulle condizioni quadro per le imprese, quali l'agevolazione dei trasferimenti, le procedure in caso di fallimento/seconde opportunità in caso di bancarotta non fraudolenta, il sostegno alle nuove imprese e un miglior accesso ai finanziamenti. Più informazioni sul sito Imprese e Industria della Commissione, voce «Imprenditorialità 2020». C’è tempo sino a ottobre. Bruxelles preparerà le sue decisioni entro il 2013.

Fonte: http://www3.lastampa.it/