InternazionalizzazioneImprendium è il portale nato per le imprenditrici italiane, con servizi informativi e strumenti di visibilità dedicati principalmente alle imprese femminili.http://imprendium.it/notiziario-tematico/internazionalizzazione2024-03-28T20:57:05+00:00Imprendiumredazione@imprendium.itJoomla! - Open Source Content ManagementSme International Portal: il portale Ue per l’internazionalizzazione delle PMI2014-06-19T05:52:09+00:002014-06-19T05:52:09+00:00http://imprendium.it/notiziario-tematico/internazionalizzazione/3601-sme-international-portal-il-portale-ue-per-l-internazionalizzazione-delle-pmiLorena Ortolinalorena.ortolina@didaelkts.it<p><img alt="" src="http://www.fasi.biz/images/content/fasi/11/11154-pmi-sme-international-portal-il-portale-ue-per-l-internazionalizzazione-310.jpg" style="width: 160px; height: 120px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: left;" />Al via il portale web <strong>Sme International Portal</strong>, lanciato dalla Commissione europea a sostegno dell’<strong>internazionalizzazione </strong>delle <strong>PMI </strong>dell'Unione.</p><p><strong>Sme International Portal</strong> raccoglie informazioni sui servizi di assistenza alle imprese interessate all'export presenti sia a livello locale che nei mercati emergenti.</p><p>Nello specifico il database del portale contiene informazioni su circa 300 fornitori e 1.200 servizi.</p><p> </p><p><img alt="" src="http://www.fasi.biz/images/content/fasi/11/11154-pmi-sme-international-portal-il-portale-ue-per-l-internazionalizzazione-310.jpg" style="width: 160px; height: 120px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: left;" />Al via il portale web <strong>Sme International Portal</strong>, lanciato dalla Commissione europea a sostegno dell’<strong>internazionalizzazione </strong>delle <strong>PMI </strong>dell'Unione.</p><p><strong>Sme International Portal</strong> raccoglie informazioni sui servizi di assistenza alle imprese interessate all'export presenti sia a livello locale che nei mercati emergenti.</p><p>Nello specifico il database del portale contiene informazioni su circa 300 fornitori e 1.200 servizi.</p><p> </p>"Ecco i 5 fattori che ostacolano la crescita all'estero"2014-06-03T06:55:53+00:002014-06-03T06:55:53+00:00http://imprendium.it/notiziario-tematico/internazionalizzazione/3545-ecco-i-5-fattori-che-ostacolano-la-crescita-all-esteroLorena Ortolinalorena.ortolina@didaelkts.it<header><p><em><strong><img alt="" src="http://www.economyup.it/upload/images/09_2013/world-economic-forum-130909153731_medium.jpg" style="width: 200px; height: 152px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: right;" />L'espansione oltre confine continua a essere complicata per le aziende italiane. Da una ricerca Regus emerge che 30 imprese su 100 riescono a crescere puntando principalmente sui mercati internazionali. Ma non mancano le difficoltà, tra cui l'assunzione di personale qualificato e la mancanza di partner locali.</strong></em></p>L’<strong>export</strong> è stato il fattore principale che ha permesso all’industria italiana di resistere alla crisi e di intravedere spiragli di ripresa. Eppure, secondo le imprese che portano il made in Italy nel mondo, <strong>espandersi sui mercati internazionali è ancora un affare maledettamente complicato</strong>. Stando ai dati di un’indagine condotta su 20 mila imprenditori in 95 Paesi da<strong>Regus</strong>, società fornitrice di soluzioni per uffici, le aziende italiane fanno molta più fatica a crescere all’estero rispetto alla media mondiale.<br />
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Dalla ricerca emerge che <strong>quasi la metà delle imprese italiane (il 45%) non riesce a crescere</strong>. Tra quelle che ce la fanno, un terzo (30%) punta principalmente sull’espansione oltre confine (a fronte di una media globale del 17%). Mentre <strong>solo una su dieci riesce ad accrescere i propri ricavi facendo affidamento soprattutto sui mercati interni</strong> (contro il 42% degli altri 94 Paesi presi in esame).<header><p><em><strong><img alt="" src="http://www.economyup.it/upload/images/09_2013/world-economic-forum-130909153731_medium.jpg" style="width: 200px; height: 152px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: right;" />L'espansione oltre confine continua a essere complicata per le aziende italiane. Da una ricerca Regus emerge che 30 imprese su 100 riescono a crescere puntando principalmente sui mercati internazionali. Ma non mancano le difficoltà, tra cui l'assunzione di personale qualificato e la mancanza di partner locali.</strong></em></p>L’<strong>export</strong> è stato il fattore principale che ha permesso all’industria italiana di resistere alla crisi e di intravedere spiragli di ripresa. Eppure, secondo le imprese che portano il made in Italy nel mondo, <strong>espandersi sui mercati internazionali è ancora un affare maledettamente complicato</strong>. Stando ai dati di un’indagine condotta su 20 mila imprenditori in 95 Paesi da<strong>Regus</strong>, società fornitrice di soluzioni per uffici, le aziende italiane fanno molta più fatica a crescere all’estero rispetto alla media mondiale.<br />
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Dalla ricerca emerge che <strong>quasi la metà delle imprese italiane (il 45%) non riesce a crescere</strong>. Tra quelle che ce la fanno, un terzo (30%) punta principalmente sull’espansione oltre confine (a fronte di una media globale del 17%). Mentre <strong>solo una su dieci riesce ad accrescere i propri ricavi facendo affidamento soprattutto sui mercati interni</strong> (contro il 42% degli altri 94 Paesi presi in esame).Startup, cosa succede in Africa, Brasile e Russia2014-05-22T06:14:00+00:002014-05-22T06:14:00+00:00http://imprendium.it/notiziario-tematico/internazionalizzazione/3506-startup-cosa-succede-in-africa-brasile-e-russiaLorena Ortolinalorena.ortolina@didaelkts.it<p><em><strong><img alt="" src="http://www.ipmagazine.it/ipmagazine/wp-content/uploads/2013/12/366698_yuar_kejptaun_megapolis_neboskreby_doma_svet_ogni__1920x1200_www.GdeFon.ru_-704x400.jpg" style="width: 160px; height: 91px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: left;" />La U-Start Conference, appena conclusa a Milano, è stata l'occasione per conoscere imprenditori e innovatori da tutto il mondo. Ecco tre aree ricche di opportunità sia per gli startupper italiani, sia per gli investitori interessati a nuovi mercati.</strong></em></p><p>Non c’è soltanto la <strong>Silicon Valley</strong>: ogni continente al mondo ha i suoi startupper, con la loro cultura, le loro idee e il loro ecosistema in crescita. Eventi come la <a href="http://www.economyup.it/startup/1142_u-start-conference-a-milano-startup-di-tutto-il-mondo.htm" target="_blank">U-Start Conference</a> di Milano permettono di conoscere e ascoltare gli imprenditori e gli innovatori da tutto il mondo. Per la seconda e ultima giornata di conferenza abbiamo scelto di raccontare tre aree, con le loro opportunità sia per gli startupper italiani in cerca di bandi e concorsi che per investitori interessati a nuovi mercati.</p><p><em><strong><img alt="" src="http://www.ipmagazine.it/ipmagazine/wp-content/uploads/2013/12/366698_yuar_kejptaun_megapolis_neboskreby_doma_svet_ogni__1920x1200_www.GdeFon.ru_-704x400.jpg" style="width: 160px; height: 91px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: left;" />La U-Start Conference, appena conclusa a Milano, è stata l'occasione per conoscere imprenditori e innovatori da tutto il mondo. Ecco tre aree ricche di opportunità sia per gli startupper italiani, sia per gli investitori interessati a nuovi mercati.</strong></em></p><p>Non c’è soltanto la <strong>Silicon Valley</strong>: ogni continente al mondo ha i suoi startupper, con la loro cultura, le loro idee e il loro ecosistema in crescita. Eventi come la <a href="http://www.economyup.it/startup/1142_u-start-conference-a-milano-startup-di-tutto-il-mondo.htm" target="_blank">U-Start Conference</a> di Milano permettono di conoscere e ascoltare gli imprenditori e gli innovatori da tutto il mondo. Per la seconda e ultima giornata di conferenza abbiamo scelto di raccontare tre aree, con le loro opportunità sia per gli startupper italiani in cerca di bandi e concorsi che per investitori interessati a nuovi mercati.</p>Rapporto Irex, 76% degli investimenti in nuovi impianti sono internazionali2014-05-22T05:20:19+00:002014-05-22T05:20:19+00:00http://imprendium.it/notiziario-tematico/internazionalizzazione/3503-rapporto-irex-76-degli-investimenti-in-nuovi-impianti-sono-internazionaliLorena Ortolinalorena.ortolina@didaelkts.it<p><img alt="" src="http://www.infobuildenergia.it/Immagini/News/13123.jpg" style="width: 200px; height: 157px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: left;" />Irex ha presentato la sesta edizione dell’Annual Report dedicato al settore delle rinnovabili in Italia e realizzato da Althesys in collaborazione con AssoRinnovabili, Erg Renew, Enel Green Power, Edison, Fiamm, Cva, Kinexia, Hfv, Falck Renewables, Anev, Anie Energia, Consorzio Italiano Biogas, Seci e Terna. <br />
<strong>Dallo studio emerge che, dopo anni all’insegna della crescita, il mercato interno del settore delle rinnovabili patisce e le aziende italiane guardano sempre più all’estero dove il nostro know how è particolarmente apprezzato. Il 76% degli investimenti in nuovi impianti sono infatti internazionali, le principali destinazioni i mercati emergenti e le Americhe.</strong><br />
In particolare il calo complessivo interno delle operazioni 2013, rispetto al dato dell’anno precedente, è del 25% in termini di potenza e del 23% in termini di valore, con 204 operazioni, corrispondenti a 5.832 megawatt, per un valore stimato di 7,8 miliardi di euro. <br />
"Si sta delineando un nuovo modello di mercato - dice Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e direttore scientifico dell’IREX Annual Report. Per reazione alla situazione di stallo italiana, le aziende conquistano nuovi mercati. Nel 2013 la crescita esterna ha raggiunto quasi la metà delle operazioni, sfiorando i 2,9 miliardi di euro, con un +16% sull'anno precedente. In pratica, mentre da noi nel 2013 rispetto all’anno precedente si investiva il 39% in meno nell'eolico e il 30% in meno nel fotovoltaico, le industrie italiane realizzavano oltre tre quarti dei nuovi impianti in altri Paesi, specie nei mercati emergenti e nelle Americhe: circa 1.900 megawatt su 2.400 totali. Molteplici le destinazioni, con in testa Nord e Centro-Sud America (oltre un terzo delle operazioni), mentre si iniziano ad ‘esplorare’ Asia e Africa".</p><p><img alt="" src="http://www.infobuildenergia.it/Immagini/News/13123.jpg" style="width: 200px; height: 157px; border-width: 0px; border-style: solid; margin: 5px; float: left;" />Irex ha presentato la sesta edizione dell’Annual Report dedicato al settore delle rinnovabili in Italia e realizzato da Althesys in collaborazione con AssoRinnovabili, Erg Renew, Enel Green Power, Edison, Fiamm, Cva, Kinexia, Hfv, Falck Renewables, Anev, Anie Energia, Consorzio Italiano Biogas, Seci e Terna. <br />
<strong>Dallo studio emerge che, dopo anni all’insegna della crescita, il mercato interno del settore delle rinnovabili patisce e le aziende italiane guardano sempre più all’estero dove il nostro know how è particolarmente apprezzato. Il 76% degli investimenti in nuovi impianti sono infatti internazionali, le principali destinazioni i mercati emergenti e le Americhe.</strong><br />
In particolare il calo complessivo interno delle operazioni 2013, rispetto al dato dell’anno precedente, è del 25% in termini di potenza e del 23% in termini di valore, con 204 operazioni, corrispondenti a 5.832 megawatt, per un valore stimato di 7,8 miliardi di euro. <br />
"Si sta delineando un nuovo modello di mercato - dice Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e direttore scientifico dell’IREX Annual Report. Per reazione alla situazione di stallo italiana, le aziende conquistano nuovi mercati. Nel 2013 la crescita esterna ha raggiunto quasi la metà delle operazioni, sfiorando i 2,9 miliardi di euro, con un +16% sull'anno precedente. In pratica, mentre da noi nel 2013 rispetto all’anno precedente si investiva il 39% in meno nell'eolico e il 30% in meno nel fotovoltaico, le industrie italiane realizzavano oltre tre quarti dei nuovi impianti in altri Paesi, specie nei mercati emergenti e nelle Americhe: circa 1.900 megawatt su 2.400 totali. Molteplici le destinazioni, con in testa Nord e Centro-Sud America (oltre un terzo delle operazioni), mentre si iniziano ad ‘esplorare’ Asia e Africa".</p>