Stampa
Lunedì, 13 Gennaio 2014 08:59

Pubblicato da Etui il saggio The Janus face of the New Ways of Work – Rise, risks and regulation of nomadic work (L’altra faccia delle Nuove forme di lavoro – Sviluppo, rischi e regolamentazione del lavoro mobile) a cura di Jan Popma, ricercatore senior dell’Università di Amsterdam.

Internet e l’utilizzo di computer portatili, telefoni cellulari e tablet hanno introdotto nuovi modi di lavoro: le tecnologie della comunicazione permettono oggi di poter lavorare da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, anche senza la necessità di recarsi sul posto di lavoro e di rispettare un orario predefinito.

Questa modalità può portare a una maggiore autonomia e una maggiore flessibilità per i lavoratori, ma può comportare anche rischi sia fisici chepsicosociali.

Jan Popma nel suo saggio illustra i pericoli nascosti in questi nuovi modi di lavorare.

La crescita del lavoro mobile è stata stimolata dall’arrivo sul mercato di nuove tecnologie per la comunicazione e ha visto un incremento esplosivo negli ultimi anni. I benefici di questa rivoluzione tecnologica sono:

Eppure questi cambiamenti comportano anche rischi: tecno-stress, tecno-dipendenza, offuscamento dei confini tra lavoro e vita privataburn-out e stanchezza eccessiva, problemi ergonomici.

In primo luogo proprio la distinzione tra sfera privata e professionale può diventare sfocata se si lavora da casa e in orari atipici. Inoltre, così come gli smartphones offrono ai lavoratori la possibilità di raggiungere chiunque in qualsiasi momento , possono allo stesso tempo diventare uno strumento per cui il lavoratore si sente in obbligo di essere raggiungibile in ogni momento e nel modo più veloce possibile. 

Ancora, questa forma di lavoro, può implicare l’esposizione ai possibili effetti delle onde Gsm o a problemi muscolo scheletrici dovuti all’assunzione di posizioni non corrette e al lavoro svolto da postazioni non ergonomiche.

Per approfondire: New ways of work.

Fonte: Quotidiano Sicurezza