Più che una fiera è una grande festa. Un appuntamento collettivo aperto a tutti adulti, giovani e piccini, famiglie e single, sportivi o semplici curiosi di tutto ciò che ha a che fare con il cavallo e il suo mondo. E sì, perché la festa di cui si parla si chiama Fieracavalli e ha come unico protagonista il quadrupede più amato (con il cane) dal genere umano.

Va da sé che a Veronafiere, dove l’evento è in calendario dal 7 al 10 novembre prossimi, non ci saranno solo i cavalli – sono attesi oltre 3mila esemplari di 60 razze diverse provenienti da 25 Paesi –, ma anche le carrozze di ogni tipo e foggia, le sellerie, gli strumenti da lavoro, i maniscalchi che daranno prova di un mestiere che i bimbi conoscono solo per averne letto nelle favole. E poi gli spettacoli equestri, lo sport, la corsa agonistica, gli ostacoli e persino le gare di equitazione valevoli per il Campionato mondiale della categoria, come pure il Concorso nazionale per pony.

Insomma una grande kermesse senza uguali che si rinnova di edizione in edizione da 115 anni, che ne fa la vetrina fieristica di respiro internazionale dedicata a puledri, giumenti, muli e asini più antica del mondo. Più volte imitata ma mai superata. Questo spiega il perché anno dopo anno la “fiera” suscita interesse nel visitatore, attratto da eventi con contenuti culturali, storici e di semplice divertimento sempre migliorativi nel tempo.

S’è detto dei 3mila cavalli attesi (500 in più rispetto al 2012), ma anche gli espositori professionali non scherzano (650 provenienti da 20 nazioni), quindi le iniziative in calendario (180 tra gare sportive, mostre, spettacoli e intrattenimenti vari). E naturalmente anche la possibilità di superare il numero di visitatori della passata edizione, quando i paganti – dati dell’ente fieristico scaligero - furono 156mila, di cui il 15% di provenienza estera.

Quest’anno l’obiettivo è arrivare a 160mila. Ma su questo il vice presidente di Veronafiere, Damiano Berzacola,  non intende sbilanciarsi, preferendo invece mettere in evidenza il fatto che <la rassegna si focalizza ancora di più sugli sport equestri, con competizioni nazionali e internazionali, grazie anche alle iniziative poste in essere dalla Federazione Italiana Sport Equestri>. Ma la filiera cavallo vuole dire puro divertimento rivolto a un pubblico di tutte le età, in particolare giovani. Ed è vicino ai fanciulli. Sul totale visitatori 2012 ben oltre 20mila erano bambini. <A loro – aggiunge Berzacola - è dedicato un intero padiglione con spettacoli giornalieri e intrattenimenti serali ludico-didattici che aiutano a scoprire il mondo del cavallo a 360 gradi>.

Ovviamente non c’è solo sport, spettacoli e divertimento a Fieracavalli, ma anche business. Un aspetto che, manco a dirlo, è di estrema importanza, considerati i 6 miliardi di euro di fatturato annuo e i 50mila addetti che il settore occupa - in un momento delicato come questo che l’Italia (e non solo) cerca in tutti i modi di scrollarsi di dosso agendo su più leve. Per esempio la promozione, che svolge un ruolo strategico per l’intero comparto. <Fieracavalli – commenta il direttore generale, Giovanni Mantovani – è uno snodo strategico di forte impatto economico, culturale e sociale che ha bisogno di essere comunicato e promosso come eccellenza del fare made in Italy. Noi di Veronafiere lo facciamo da 115 anni e questo spiega il grande  equilibrio del format raggiunto tra l’evento commerciale fine a sé stesso, che è proprio di una fiera, e l’attenzione dedicata allo sport, allo spettacolo, al divertimento. Da questo connubio di fattori nascono incredibili opportunità di crescita per le aziende e per il Paese>.

Fonte: Il Sole 24 Ore