La sua scuola prepara i ragazzi a realizzare i loro desideri.  Gli adolescenti gli scrivono e lui organizza dei corsi su misura.

William SaliceC'era una volta un uomo fortunato e determinato in egual misura. Uno che ha visto soddisfatte le proprie ambizioni e, quando davvero non aveva più altro da chiedere, ha deciso di restituire qualcosa del tanto ricevuto. Quest'uomo potrebbe essere il personaggio di una fiaba. Invece esiste davvero. Si chiama William Salice, ha 78 anni. Ciò che lo distingue da altri benefattori, è il fatto di non essersi accontentato di una missione qualunque. Per la sua seconda vita ha scelto il mestiere dell'acchiappasogni.

I sogni, soprattutto quelli dei giovanissimi, sono merce straordinaria; intrisa di fiducia, fantasia e voglia di futuro. Ma fragilissima. William Salice li acchiappa, i sogni e i loro padroni, quando sono appena sbocciati. E li aiuta a crescere insieme.

Sia chiaro, chi pensa a questo signore come a un tipo sconclusionato - tante velleità e poca concretezza - si sbaglia di grosso. Fino al 2007 il nostro acchiappasogni è stato un manager della Ferrero. Non un dirigente qualunque ma il responsabile dello sviluppo dei prodotti. Nell'azienda di Alba era entrato il 17 ottobre 1960, come piazzista («Me lo ricordo come fosse oggi»). Poi la grande occasione, quando Michele Ferrero intuì negli occhi di quel giovane con il diploma di scuola commerciale a Voghera la stoffa di chi sa leggere i desideri inespressi della gente. Da lì in poi è stato un lungo elenco di prodotti «inventati» e portati nelle case degli italiani, e non solo.

Quando è andato in pensione, nel 2007, Salice ha ritirato 400 mila euro di liquidazione. Li ha presi, fino all'ultimo centesimo, e li ha usati per costituire la fondazione Colour your life , colora la tua vita. Sede: Loano, vicino a Savona. Missione: realizzare i sogni dei giovani di talento.

«Il primo anno l'ho passato a studiare. In qualche modo sono tornato a fare il piazzista. Ho contattato diverse scuole per capire quale poteva essere il mio contributo», racconta oggi Salice. La nuova avventura del manager è iniziata il 27 marzo 2008, data di nascita della fondazione. Nel 2009 è stato pubblicato un bando unico nel suo genere. Un bando per selezionare, in tutta Italia, giovani con un sogno da realizzare. Alla fine sono stati scelti 72 ragazzi che nel 2010 hanno frequentato il campus estivo di Loano. Nel 2011 sono diventati 107. Quest'anno saranno 147.

Ora a Loano, tra gli altri, c'è Chiara Berardo, 15 anni, da Roma. Idee chiare, le sue: «Da grande voglio fare il critico d'arte. Se ho visto Sgarbi in tv? Guardi, a me interessa l'arte, non la visibilità. Per arrivare qui ho presentato un progetto sulla trasposizione in pittura dell'opera di Shakespeare». Giulio Zambon di anni ne ha 15. Viene da Schio, in provincia di Vicenza: «Io da grande sogno di mettermi in proprio, avere un'impresa tutta mia nel settore alimentare. Un'attività che possa avere un impatto nel sociale. Suono anche il pianoforte, ma questo è un hobby». Poi c'è Ilaria Palombi, 16 anni vissuti a Vellezzo Bellini, in provincia di Pavia, che vuole con tutte le sue forze diventare un'urbanista.

«Questi ragazzi hanno un vantaggio rispetto a tanti coetanei. Hanno un desiderio, una meta da raggiungere. Quello che facciamo qui è dare loro metodo e strumenti per avvicinarsi alla meta con le proprie forze», spiega Renata Crotti, docente universitaria, che ai ragazzi del campus insegna la Storia.
Durante l'estate a Loano ogni 15 giorni si avvicenda un gruppo di studenti (età compresa tra i 14 e i 19 anni). Sveglia alle 6.50. Bagno in mare. E poi tutti a studiare, confrontarsi, scrivere, lavorare. Fino a sera. Quindi cena. E alle 11 tutti a letto. Quest'anno le domande sono arrivate a quota mille. Per selezionarle sono stati mobilitati un centinaio di esperti in varie discipline, tra cui anche nomi noti, come lo scrittore Vincenzo Cerami o il paroliere Mogol. Alla fine del corso alla Dreamers school (e come poteva chiamarsi, se non «Scuola per sognatori»?) questi ragazzi tornano a casa con la consapevolezza che i propri obiettivi sono un po' più a portata di mano.

Certo, a questo punto della storia, della liquidazione di William Salice è rimasto poco. «Ma per fortuna si sono imbarcati nell'avventura sostenitori come Kinder, fondazione Telecom, Sisal ed Eni», racconta l'ex manager. E vederlo così sorridente, circondato dai suoi ragazzi, fa pensare che un sogno la Dreamers school lo ha già realizzato. Quello del suo fondatore, pigmalione in camicia arcobaleno.

Rita Querzè - 7 luglio 2012

Fonte: Corriere.it