Medicina di genere

Parità non significa uguaglianza. Non sempre, almeno. È il caso, per esempio, della medicina. Ormai da qualche anno si sta finalmente facendo strada la consapevolezza che maschi e femmine non si ammalano allo stesso modo, che rispondono in maniera diversa alle terapie e che perciò bisogna tenere conto delle differenze sia quando si decidono le cure sia quando si fa ricerca.

Dell’argomento si è parlato giovedì 31 ottobre all’Istituto superiore di sanità a Roma nel convegno “La salute di genere: una proposta per il futuro” al quale hanno preso parte, oltre ai nostri massimi conoscitori della materia, anche due tra le più importanti esperte mondiali, vale a dire Ineke Klinge, dell’Università di Maastricht, e Londa Schiebinger, dell’Università di Stanford