L'Istat ha pubblicato il rapporto “«Noi Italia», 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo", che contiene una serie di dati 2011 e 2012 su economia, cultura, mercato del lavoro, infrastrutture, ambiente, tecnologie e finanza pubblica.
Con oltre due milioni di giovani (nella fascia d'età 15-29 anni), il 23,9% del totale, che non studiano e non sono impegnati in un'attività lavorativa (i cosiddetti "Neet"), istruzione e lavoro dovranno entrare con forza nell'agenda di rilancio dell'attività di governo. Ma anche altri numeri vanno rapidamente migliorati, a partire da una pressione fiscale record. Nel 2012 ha raggiunto il 44,1%, 3,6 punti percentuali in più rispetto alla media Ue a 27.

 L'Italia è fanalino di coda in Europa per competitività di costo delle imprese: ogni 100 euro di costo del lavoro il valore aggiunto si attestava nel 2010, ultimo anno di confronto con l'Ue, a 126,1%, dato peggiore in Europa, contro il 211,7% in Romania. Nel 2011 in Italia la competitività è migliorata (128,5%). L'indicatore sintetico del successo dell'impresa nel sistema competitivo è calcolato come rapporto tra valore aggiunto per addetto e costo del lavoro unitario. Rappresenta una sintesi della misura di efficienza dei processi produttivi e fornisce, pertanto, indicazioni sulla competitività in termini di costo. In Italia l’indice di competitività ha perso quasi 10 punti dal 2001 al 2010 (da 135,8 a 126,1) mentre in Romania (prima nella graduatoria) si è passati da 163,4 a 211,7. In Europa l’indice medio nel 2010 era a 144,8 in calo di un punto dal 2001.

Fonte: Il Sole 24 Ore