Il Leone d’oro della XIV Biennale di Architettura è andato a un non architetto. Lo ha ritirato ieri a Venezia la canadese Phyllis Lambert, per gli amici la Joan of Architecture (una specie di Giovanna d’Arco dell’architettettura), 87enne milionaria di Montreal dalla vita stravagante e dalla passione per l’architettura.

Filantropa, promosse con il padre la costruzione di un’icona del XX secolo, il Seagram Building a New York (375 Park Avenue), capolavoro del Funzionalismo. Il padre, Samuel Bronfman (lei ha preso il nome del marito) era un industriale di liquori che si avvantaggiò con il Proibizionismo. Per costruire il grattacielo di famiglia, l’ereditiera neanche trentenne lasciò Parigi e il marito banchiere (era cugino dei Rothschild) e si mise a cercare architetti. Quelli scelti dal padre non gli andavano affatto bene. Fece colloqui con Pei, Le Corbusier e Wright, ma alla fine scelse l’anziano esule tedesco fuggito dai nazisti Mies van der Rohe, che realizzò l’edificio insieme all’odiato Philip Johnson, il guru dell’International style. Anche nel suo recente libro, Building Seagram, la Lambert parla di Johnson come di un «genio dell’autopromozione». E, forse, non a torto.

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