In un mercato del lavoro tristemente noto per la carenza di flessibilita' e il deciso aumento di cassintegrati, l'Italia si piazza ai primi posti in Europa per il basso livello di occupazione femminile. Lo confermano anche i dati dell'Istat che a gennaio evidenziano come, se l'occupazione maschile e' in calo rispetto a dicembre dello 0,3% (-38 mila unita'), quella femminile sia in diminuzione dello 0,5% (-45 mila unita'). Le donne inattive registrano una variazione positiva sia nel confronto congiunturale (+0,3% pari a +28 mila unita'), sia nei dodici mesi (+0,1%). La situazione non migliora neppure per le dirigenti. Su un campione di circa 1.800 aziende medio/grandi, appartenenti a 24 diversi comparti dell'industria e dei servizi, per un totale di 11.730 posizioni manageriali, evidenzia come solo 809 posizioni di ''comando'' riguardano le donne. In sostanza su 11.730 manager, soltanto 809 tra Presidenti, Amministratori delegati, Vicepresidenti, direttori generali o consiglieri di amministrazioni, sono donne, pari solo al 7% del totale. Le aziende dei paesi piu' avanzati, invece, mostrano una presenza femminile nelle posizioni manageriali attorno al 30-35%.

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