La prima responsabilità sociale dell’impresa, piccola o grande è quella di guadagnare abbastanza per coprire questi costi passati e futuri, per sostenere nuove generazioni di occupati, perché le imprese in decadenza in un’economia in declino non potranno mai essere datori di lavoro né in alcun modo socialmente responsabili. Solo attraverso il profitto i problemi sociali possono trasformarsi in opportunità economiche, imprenditoriali, in capacità produttiva ed in posti di lavoro retribuiti. Solo attraverso il profitto la società può crescere. La formazione di capitale attraverso il profitto è una responsabilità sociale perché è l’unica fonte per i posti di lavoro di un futuro incerto. Nessuna società può infatti sopravvivere alle tensioni provocate da una grave disoccupazione giovanile e la disoccupazione aumenta quando il capitale è insufficiente per assorbirla. Ora sono proprio le politiche economiche e fiscali che, assorbendo capitale e profitti, si oppongono alla crescita dell’occupazione.
I piani industriali “anticrisi” basati sullo stanziamento di fondi statali e regionali sono espedienti per mantenere alta la pressione fiscale. Ma i veri piani anticrisi si fanno detassando le imprese per liberare risorse di capitale e aumentare la domanda di lavoro. Per combattere il l'eccessivo peso fiscale sulle imprese, tre anni fa é nato il movimento di protesta:  "Imprese Che Resistono" (ICR).