Cresce la voglia di fare imprese nelle donne,sempre più capitane d'impresa e sempre più orientate a forme di società di capitali. I dati di Unioncamere

Circa le metà delle nuove imprese registrate in Italia è donna. Il 47% delle 18.794 aziende nate tra settembre 2010 e settembre 2011 sono infatti a conduzione femminile; un dato incoraggiante per le pari opportunità, specie se il dato rispetto allo scorso anno è - anche se solo dello 0,6% - in crescita. A fotografare la "voglia di impresa" delle donne l'Osservatorio dell'imprenditoria femminile di Unioncamere che presenta i dati sul sistema produttivo a prevalente conduzione femminile in occasione dell'avvio a Macerata del 'Giro d'Italia delle donne che fanno impresa'. A trainare la crescita delle imprese femminili sono Lazio, Umbria, Calabria e Veneto (incrementi tra l'1,2 e l'1.4%); in queste regioni - a eccezione del Lazio - la crescita di imprese femminili è addirittura superiore a quella di aziende a prevalenza maschile.

CAPITANE D'IMPRESA. Ormai la figura dell'imprenditore donna è stata sdoganata. Oltre 1,4 milioni di imprese (il 23,4% del totale) è guidato da una figura femminile. Queste imprese - presenti soprattutto nel Lazio, in Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna - nell'ultimo periodo hanno anche rafforzato la loro struttura. Tra settembre 2010 e settembre 2011 Unioncamere ha rilevato una marcata tendenza verso l'aumento delle forme di società di capitali(+4,1%), percentualmente anche più consistente di quella rilevata dalle imprese maschili (+3%). Debole invece l'incremento delle imprese individuali (solo 0,2% in più) che, tuttavia, resta la componente più consistente dell'universo imprenditoriale femminile (il 60,4% di tutte le iniziative guidate da donne hanno, infatti, questa forma giuridica).

L'analisi della dinamica dei settori mostra due tendenze parallele: la lenta ma costante diffusione delle aziende guidate da donne all'interno di comparti a vocazione maschile, ma anche un rafforzamento di molti ambiti in cui la componente 'rosa' sembra tradizionalmente trovarsi di più a proprio agio. È il caso dei settori dell'Istruzione (+462 imprese, +6%), di quello della Sanità e assistenza sociale (+571, +4,3%), delle attività artistiche e di intrattenimento (+554, +3,3%), delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+1.320, +3.2%). Due le eccezioni a questa tendenza: il modesto incremento percentuale del Commercio, "zoccolo duro" dell'attività di imprese delle donne, il cui aumento di solo lo 0,1% (per complessive 313 unità in più) appare però dettato soprattutto dalla congiuntura negativa che comprime i consumi delle famiglie, e l'ulteriore diminuzione delle imprese legate all'agricoltura (-6.441 unità, -2,5%), settore che, tuttavia, nel suo complesso, mostra da tempo una dinamica discendente. Si rafforza anche la presenza femminile nelle Costruzioni e tra le imprese di trasporto e magazzinaggio: 1.722 le imprese "rosa" in più nel primo caso (+2,7%) e +358 nel secondo (+1,8%).

Scarica i dati dell'Osservatorio dell'imprenditoria femminile

Fonte: Business People