Quanti italiani hanno già sperimentato i colloquio di selezione  online e quante aziende lo utilizzano? Una rilevazione di Hivejobs, società di recruiting, che svolge le sue ricerche di personale interfacciandosi coi candidati solo mediante video, mostra i propri risultati sulla base di 727 persone che sono passate da questa esperienza almeno una volta.
Per la maggioranza maschi (75%) e non milennials (il 66%  ha tra i 31 e i 55 anni), i candidati interrogati via Web alla fine di gennaio erano in larga parte (87%) alla loro "prima volta" online o tutto sommato nuovi all'esperienza. Tra gli altri, appena il 7,93% aveva già fatto da 5 a 10 videocolloqui nel corso della carriera.

 Nel 64,38% dei casi l'occasione era la selezione per un’azienda italiana, nel 15,07% per aziende straniere ma con sede nel nostro Paese;  il 20,55% degli intervistati, invece,  aveva partecipato a una video intervista online anche per posizioni in organizzazioni internazionali.
Vantaggi del videocolloquio:
L'82% apprezza il risparmio di tempo e di spostamento e quest'ultimo aspetto è particolarmente gradito per la fase preliminare delle selezioni per un lavoro all'estero. Abbastanza sorprendentemente, i candidati non temono la webcam, anzi dicono di essersi sentiti "meno tesi rispetto al colloquio di persona e, quindi, in grado di presentare al meglio le proprie qualità".
Il 76,69% dei videocandidati sarebbe disponibile a realizzare un colloquio di lavoro anche dai propri  dispositivi mobili.  
Le opinioni: 
techies più entusiasti (74%) sono certi del fatto che nel 2020 il colloquio faccia a faccia cederà il passo alla modalità online. Pochi di meno (65,24%) ritengono invece che il videocolloquio sia adatto solo nelle fasi iniziali della selezione, ma che il passaggio conclusivo per la scelta del candidato sarà sempre l' incontro tradizionale in carne e ossa.  
Gli scettici sono il 20,73%, e  pensano che gli italiani (privati e aziende) non saranno ancora pronti per il video-colloquio online come prassi nemmeno fra 5 anni. Sono le aziende nazionali e la loro propensione all'innovazione, come al solito, a uscire peggio, visto che più di tre quarti degli intervistati è convinto che siano ancora poco disponibili ad adottare questo strumento.

Fonte: Job Talk