alt10 febbraio 2010

A Londra e New York, ci sono ancora poche donne ai vertici delle banche, nonostante i decenni di impegno vissuti per scalare la vetta delle grandi aziende. Ma nel settore finanziario indiano, ancora relativamente giovane, spesso sono donne non solo quelle che concludono gli affari, ma anche quelle che dirigono la baracca.

In India, le filiali di HSBC, JPMorgan, Royal Bank of Scotland e Fidelity International sono gestite da donne. Lo stesso vale per la seconda banca più grande del paese, la Icici Bank, e la terza, Axis Bank. Tutto ciò in un paese dove in alcune aree geografiche i genitori privilegiano ancora i figli maschi, e dove il tasso complessivo di alfabetizzazione femminile rimane basso. L’abbondanza di talenti femminili presenti nel top management del settore bancario indiano potrebbe dunque stupire. Ma queste professioniste, che in molti casi hanno avuto occasione di lavorare anche a Londra e New York, dicono che l’India fornisce un contesto nel quale la disponibilità dei manager (in gran parte maschi) e la varietà degli ambienti lavorativi fanno sì che si possa avere successo anche senza far parte di una qualche sorta di “gentlemen’s club”.


Riconoscono, però, che il settore bancario è certamente più meritocratico di altre professioni, soprattutto perché esiste un modo facile di verificare i risultati: “ti assegnano la sfida successiva in base al tuo rendimento, non in base al sesso” dice Chanda Kochhar che lavora alla Icici Bank da 25 anni. Inoltre, aggiungono, in India le donne sono preferite perché ritenute “meno corruttibili, più esplicite e più oneste”.


Fonte e articolo originale: International Herald Tribune
(pubblicato il 27 gennaio 2010)