Non solo bar ed edilizia. E in città uno su 5 è donna.

È solo grazie agli immigrati che l'economia milanese cresce. Senza le loro imprese il saldo sarebbe negativo, in quattro anni si conterebbero quasi mille aziende perse. E bisogna ringraziare gli imprenditori stranieri se invece, nonostante la crisi mondiale e quindi anche locale, si registra tra il 2005 e il 2008 una lieve crescita (+ 1,6 per cento). E in questo scenario Milano diventa la capitale d'Italia per le imprese immigrate.
I dati compaiono nel rapporto dell'Asiim (Associazione per lo sviluppo dell'imprenditorialità immigrata a Milano) che li presenta assieme alla Camera di Commercio. Le imprese controllate da migranti sono 20.144, il 7,6 per cento di tutte le attività milanesi (una su dodici) con un incremento solidissimo e costantemente crescente negli anni (+ 33,5 per cento tra 2005 e 2008) che colpisce ancora di più se si guarda alla stasi del resto del sistema imprenditoriale nel territorio provinciale.

Otto imprenditori stranieri su dieci hanno una piccola ditta: bar, ristoranti, imprese di pulizie e di trasporti, esercizi commerciali al dettaglio. Ma arrivano, sempre più, anche a forme di impresa più complesse, con quasi mille nuove società di capitali «per creare le quali servono oltre alle finanze anche i cervelli, segno della nascita di un settore di imprenditoria ormai molto avanzata», sottolineano alla Camera di Commercio.


Fonte e articolo integrale: La Repubblica
(pubblicato il 24 febbraio 2010)