«Give me results, not reasons!». La finanza è fatta di risultati e non di ragioni e proprio sulle performance di Borsa Société Général ha basato l'analisi condotta dal suo ufficio studi sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione in Europa. Gli analisti hanno studiato due indici da mettere a confronto, che prendono in considerazione le società del Dj Stoxx 600: Best-in-class women on board index e il No women on board index. «Abbiamo riscontrato – si legge nel rapporto – una correlazione positiva tra la presenza di donne nei cda e le performance finanziarie». Stessa cosa si dica nel confronto fra l'Sg Women 50 Index e il Dj Stoxx 50 ponderati allo stesso modo: i risultati del primo indice sono uguali quando non migliori del secondo in tutte le categorie, spiega il report dando i dettagli delle performance borsistiche degli ultimi tre anni (-13,6% Sg Women 50 index contro -16,4% Dj Stoxx 50), ritorno annuo (-4,1% contro -5%) e Alpha (4,4% contro 3,6%).


Uno spaccato particolare è dedicato alle società europee guidate da un a.d. donna. Su un panel di mille società europee gli analisti di SocGen hanno identificato 20 aziende con Ceo donna a cui hanno sommato la franco-americana Alcatel-Lucent (guidata da una donna dal settembre 2008). In questo caso il 62% delle società prese in esame ha battuto il benchmark del loro settore negli ultimi tre anni con una performance superiore alla media del 4%. La correlazione non cambia se si guarda alla performance dall'inizio della crisi il 15 settembre 2008: il 58% delle aziende con ceo donna ha sovraperformato il proprio comparto con una media del +3%. Se poi si togliesse dal panel Alcatel-Lucent il risultato sarebbe addirittura migliore, perché come spiegano gli analisti è più difficile fare la differenze in società di grandi dimensioni.

Se non ha colpito i risultati delle società guidate da donne, la crisi di certo ha arrestato l'incremento delle presenze femminili all'interno del board. Nel corso del 2008 si è passati, infatti, dal 12,1% all'11,3 per cento. L'unico segnale positivo, evidenziato dagli analisti, è il trend di diminuzione delle società che non hanno neppure una donna nel board: la percentuale è scesa dal 36,4% del 2006 al 29,1% del 2009, anche se alcuni settori restano ancora roccaforti tutte al maschile come l'Oil&Gas (46,2% delle società senza donne nei board), l'industria (42,6%), il finanziario (39,3%) e la tecnologia (37,5%).


Fonte e articolo integrale: Il Sole 24 Ore
(pubblicato il 14 marzo 2010)