Il fenomeno dell’urbanizzazione è iniziato da secoli e sta aumentando con moto uniformemente accelerato. Già oggi Tokio, la più popolata area metropolitana del pianeta, ospita 35 milioni di abitanti, e si prevede che entro pochi anni ci saranno aree urbane con oltre 50 milioni di abitanti. Nel 2008 metà della popolazione mondiale viveva nelle aree urbane, mentre nel 2050 sarà il 70 per cento.
Questo gigantismo provoca vari problemi: congestione, rischi per la salute a causa dell’inquinamento  (le metropoli producono l’80% delle emissioni di carbonio del pianeta), insostenibilità, ingovernabilità e caos sociale. Anche le piccole città devono risolvere, in scala ridotta, esattamente gli stessi problemi: sicurezza, inquinamento, controllo del traffico, coordinamento delle attività sul territorio, utilizzo efficiente dell’energia.
Una città intelligente deve essere in grado di adattarsi ai cambiamenti, sfruttando sensori, telecomunicazioni avanzate, sistemi informativi geografici, cruscotti decisionali, e di fare un uso efficiente di queste risorse. L’elettronica consente molteplici applicazioni innovative, come videosorveglianza, controllo intelligente dei semafori e dei flussi di traffico, sistemi di infomobilità basati su GPS, telegestione delle reti tecnologiche sul territorio (rete elettrica, illuminazione pubblica, acqua potabile, gas, teleriscaldamento, TLC).
Le tecnologie utilizzate sono le medesime su cui si fondano la domotica (automazione di appartamenti e ville) e la building automation (automazione di edifici pubblici e privati: condomini, uffici, ospedali). Il termine “Citymatica” (cfr. “Le città intelligenti. Scrivendo un manuale di citymatica per amministratori lungimiranti e cittadini esigenti”, Art Valley 2010) individua l’applicazione delle tecnologie di automazione nell’ambiente urbano.

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