L’«augmented reality» amplia gli orizzonti d’uso. Oggi lo smartphone, entro l’anno le lenti a contatto

Anche senza avere la sfera di cristallo una previsione si può fare senza azzardo: entro la fine del decennio la realtà aumentata avrà cambiato il modo in cui guardiamo il mondo. Questo sistema, infatti, permette di aggiungere alla nostra visione tradizionale una serie di informazioni che espandono la conoscenza di quello che stiamo osservando. La percezione della realtà viene così «aumentata» attraverso oggetti virtuali e dati che possono essere fruiti in tempo reale. Ad esempio mentre siamo in auto il parabrezza si può trasformare in un visore per comunicarci la distanza che manca alla nostra destinazione finale, il costo della benzina applicata dal prossimo distributore, la presenza di lavori in corso o di uno svincolo pericoloso, il tutto mentre continuiamo a guidare osservando la strada davanti a noi.

 

Nonostante questa innovazione sia in circolazione da tempo e abbia già trovato molte applicazioni in contesti professionali, in particolare nell’aviazione civile e in ambito militare, ora è pronta a fare il salto di qualità raggiungendo milioni di consumatori. Infatti, grazie agli smartphone, è possibile sperimentare la realtà aumentata in modo pratico e intuitivo. I telefonini di ultima generazione hanno tutto quello che serve: una fotocamera, un visore, il collegamento alla Rete e un processore per elaborare i dati. Si punta il dispositivo su un oggetto o verso un particolare ambiente (una strada, la sala di un museo, la corsia di un supermercato) e il gioco è fatto.

 

Secondo gli analisti di Juniper Research, le applicazioni di realtà aumentata fruite con dispositivi mobili raggiungeranno la cifra di 1,4 miliardi di download entro il 2015, generando un volume d’affari pari a 1,5 miliardi di dollari. Numeri interessanti per un fenomeno relativamente nuovo. I motivi di questo successo annunciato sono semplici: è una tecnologia facile da utilizzare, piuttosto semplice da sviluppare, estremamente ricca e coinvolgente. Che sia un terreno fertile e di grandi opportunità è stato confermato anche dagli esperti che si sono dati appuntamento allo Iar 2011 (Italian Augmented Reality), l’evento organizzato a Milano da JoinPad, una delle realtà italiane più dinamiche nel mondo della realtà aumentata. Durante i lavori è infatti emersa la possibilità che questa tecnologia conquisti presto campi diversi rispetto a quelli finora esplorati. Se nella pubblicità e nel marketing l’augmented reality (Ar), ha già avuto riscontri significativi, nuovi sviluppi potrebbero avere impatti addirittura superiori.

«La realtà aumentata, fino a oggi, è stata prevalentemente accostata a servizi legati alla comunicazione o alla pubblicità», dice Mauro Rubin, ceo di JoinPad. «Noi riteniamo che possa essere anche il veicolo di un nuovo modo di affrontare qualsiasi tipo di esigenza industriale oltre che uno strumento in grado di cambiare radicalmente il modo di apprendere e di percepire la realtà». Proprio la giovane start up milanese ha messo a punto degli algoritmi proprietari che permettono alla realtà aumentata di essere utilizzata facilmente nella vita quotidiana, consentendo il riconoscimento diretto di oggetti e immagini (in passato si usavano simboli particolari chiamati marker). In questo modo sarà possibile puntare il nostro cellulare verso una bottiglia di vino per poterne scoprire tutte le caratteristiche o inquadrare un’auto parcheggiata per strada per scaricare ogni minimo dettaglio, senza fare fatica e in tempo reale.

Nel giro di qualche anno vedremo applicare questa tecnologia anche nei punti vendita: entrando in un negozio di abbigliamento sarà possibile provare virtualmente i capi, cambiando con un clic modelli e colori, mentre in un supermercato basterà avvicinare lo smartphone a una melanzana per sapere da dove viene, chi la produce, se ha una certificazione bio oppure no. Interessanti sono anche i possibili sviluppi in ambito didattico, tanto che già alcuni musei italiani come Palazzo Medici Riccardi a Firenze, consentono di scaricare «app» per approfondire la visione delle opere esposte. Anche i libri del futuro verranno «aumentati». Grazie a questa tecnologia, ad esempio, l’immagine di un progetto di architettura potrà prendere vita in modo tridimensionale, proprio davanti ai nostri occhi. Sorprese affascinanti si annunciano inoltre nel mondo dei videogame, dove questo tipo di tecnologia renderà l’esperienza di gioco più divertente e coinvolgente come dimostra il recente successo di AR Drone di Parrot e della Nintendo 3DS.

Ma c’è di più. Se oggi è il telefonino a rendere semplice l’uso della realtà aumentata, domani potrebbero essere addirittura «banali» lenti a contatto. Nei laboratori dell’Università di Washington a Seattle, il team del professor Barak Parviz, esperto in nanobiotecnologie, sta mettendo a punto sofisticati visori da applicare direttamente sugli occhi, capaci di rivoluzionare totalmente il modo in cui percepiamo la realtà. Fantascienza? Niente affatto, queste lenti potrebbero essere utilizzate dai militari americani entro la fine dell’anno e comparire nei negozi in tempi molto brevi.

Fonte: ilcorrieredellasera.it