5 miti da riconoscere, comprendere e sfatare con la forza delle buone pratiche e della tecnologia evoluta

Sarà vero che il 2013 vedrà sfatati i miti sul cloud indicati su Wired da Andrew Jaquithchief technical officer di Perimeter E-Security? Prima di tutto, vediamo di che cosa si tratta.

I problemi di sicurezza rimarranno il maggiore ostacolo all’adozione del cloud
Mito da sfatare, appunto. Jaquith sostiene che il vero ostacolo all’adozione del cloud è l’idea che il cloud sia meno sicuro dei sistemion-premise. D’altronde, satira politica a parte, qualcuno pensa che sia più sicuro tenere il denaro sotto il materasso invece che in banca? Riguardo ai dati si tratta semplicemente di raggiungere un livello di consapevolezza equivalente.

Il cloud è meno affidabile dei sistemi on-premise
Altro mito che non meriterebbe nemmeno lo sforzo. Basterebbe un’occhiata allo SLA (Service Level Agreement). Con qualunque fornitore di cloud si tratta al massimo di discutere su quanti decimali seguano le cifre 99. Quale sistema on-premise può vantare uptime superiore al 99 percento del tempo? Molto probabilmente la risposta è nessuno e la cifra è in certi casi scandalosamente più bassa.

Il Bring Your Own Device è un grosso peso supplementare sulle spalle dell’IT
La questione, spiega Jaquith, è ancora di ottica. Non c’è un problema nel Bring Your Own Device (BYOD) in sé; c’è un problema nel BYOD fatto male e senza criterio. Se è fatto bene, tutte quelle storie di incompatibilità e perdite di dati sono fumo negli occhi. Per citare l’autore,
I piani di BYOD sono molto più semplici e richiedono meno risorse, se ben fatti. Questo significa applicare policy olistiche e però attente di gestione e sicurezza, basate sulla legge e fatte rispettare attraverso la tecnologia.
I servizi cloud sono tutti uguali
Quarto mito e la risposta è: forse, una volta. I fornitori di servizi cloud sono cresciuti e hanno maturato esperienza. Oggi è difficile trovare fornitori seri che non abbiano opzioni di personalizzazione a tutti i livelli, dagli accordi di servizio alle opzioni di cloud privato fino all’integrazione con applicazioni specifiche per il business e perfino contratti su misura. No, questo è proprio un mito.

L’IT deve propugnare la conversione al cloud
L’adozione generalizzata del cloud dipende… dai fornitori di cloud. E da chi altrimenti, se non dal soggetto che ha la prima responsabilità di mettere a punto semplicità, sicurezza, affidabilità? L’azienda ha il diritto – forse il dovere – di chiedere al fornitore trasparenza, funzionalità, chiarezza e assicurazioni forti rispetto alla protezione dei dati. Convincere l’azienda che la soluzione proposta è ottimale spetta al fornitore di cloud. Ed è, alla fine dei conti, una buona cosa, che incoraggia le buone pratiche all’interno dei provider e sprona la ricerca di soluzioni cloud sempre migliori.