Fonte: Key4Biz

Banda larga (a 2Mbps) per tutti gli inglesi entro il 2012: è questo il principale obbiettivo del Rapporto ‘Digital Britain’ che il governo d’oltremanica ha presentato ieri al fine di delineare la propria strategia in fatto di economia digitale.

Il governo investirà circa 200 milioni di sterline per migliorare e allargare le infrastrutture digitali, promuovere e proteggere talenti e innovazioni dell’industria, massimizzare i benefici economici e sociali delle tecnologie digitali.

I fondi per il finanziamento dell’intero programma di digitalizzazione verranno in parte prelevati dal canone della BBC (circa 3,6 miliardi di sterline annui), ma anche da una tassa di 50 pence al mese (6 sterline all’anno) su ogni linea fissa che andrà a creare un ‘Fondo per la Next Generation’. In questo modo, ha spiegato il ministro delle Comunicazioni Stephen Carter si potrà accelerare la diffusione della banda larga a quel 33% della popolazione che ne verrebbe esclusa nel prossimo decennio sulla base degli attuali ritmi di sviluppo del settore, senza distorcere la concorrenza.

La copertura verrà effettuata attraverso un mix di tecnologie: DSL, fibra ottica, wireless e satellite.

Per garantire la certezza degli investimenti e incentivare l'accesso universale anche nella banda larga mobile, il governo proporrà al regolatore (Ofcom) di eliminare la scadenza delle licenze 3G, nell'ambito di una riforma che mira a liberalizzare lo spettro radio.

Il piano del governo britannico, che come quello italiano si è avvalso anche del supporto di Francesco Caio, comprende inoltre il passaggio alla radio digitale entro il 2015, nuove misure per migliorare la sicurezza e la privacy delle comunicazioni, un piano per incentivare la ‘digital participation’.

Per quanto riguarda la pirateria, il governo britannico condanna la violazione dei diritti d’autore, ma non crede nella validità della cosiddetta ‘regola dei tre strikes’, sostenuta dal governo francese, proponendo invece una strategia che, partendo innanzitutto da un set di norme che incoraggi la crescita del mercato del download legale, con offerte convenienti dal punto di vista economico e facilmente accessibili, punti anche sull’educazione e l’informazione.

Per i recidivi del download illegale, il governo pensa quindi non tanto al blocco della connessione ma a un suo rallentamento, prima di procedere, se neanche questa misura dovesse bastare, a un’azione civile.

“Il settore delle comunicazioni è alla base di tutto ciò che facciamo come economie e società, a un livello che non avremmo mai immaginato anche un quarto di secolo fa – ha commentato il ministro delle Comunicazioni – I sistemi elettronici e le nuove tecnologie hanno trasformato gli elementi chiave della nostra industria, dei media, dei servizi pubblici”.
 
“Il rapporto Digital Britain – ha aggiunto – definisce l’importanza dell’economia digitale per il futuro del Paese e come gli investimenti nell’accesso alla banda larga e il passaggio dalle tecnologie analogiche a quelle digitali influenzerà la futura competitività dell’industria nazionale”.

Un futuro fatto di ricerca e innovazione, per preparare il quale bisognerà fin da ora ‘ispirare’ i nuovi talenti, dare spazio alla cultura digitale nelle scuole, nelle amministrazioni pubbliche e nelle imprese.

Nuove opportunità, dunque, ma anche nuove sfide, soprattutto in termini di sicurezza: sulle reti digitali viaggeranno sempre più informazioni, sempre più strategiche. Proteggerle diventa quindi una priorità per i governi, che devono essere pronti a tenere il passo coi cambiamenti tecnologi per tentare di prevedere o quanto meno limitare i danni di eventuali attacchi su larga scala.

Il mercato dell’information and communications technologies e del broadcasting rappresenta il 5,9% del PIL britannico, per un valore annuo di circa 52 miliardi di sterline, e impiega 500 mila persone.

“Un obiettivo senza un piano è solo un desiderio”, diceva Antoine de Saint-Exupery: il governo britannico ha sottolineato che per realizzare il rapporto finale Digital Britain si sono tenuti oltre 500 dibattiti e consultazioni, sono stati raccolti pareri delle parti interessate e coinvolti esperti autorevoli. Oltre 300 le lettere ricevute nell’ambito della consultazione sulla prima bozza del rapporto, più di 20 mila le visite al sito del Digital Britain Online Forum.