Un esempio significativo per capire come i malati siano fonte di innovazione è quello di Bill Niada: quando la sua bimba di 10 anni si è ammalata di tumore, lui era un imprenditore con un business avviato, quello degli outlet, e dopo la morte della figlia ha convertito la sua azienda in un business social. Il 5% dei ricavi dalla vendita di capi d’abbigliamento di marca vanno ad associazioni non profit e il 50% degli utili viene reinvestito nella Fondazione Near Onlus, che finanzia progetti sociali rivolti a bambini e ragazzi.

 Non tutti posseggono le competenze e le possibilità di Niada, ma è in dubbio il crescente numero di pazienti e familiari che ogni giorno portano progettualità, nuove cure, protocolli e tecnologie. Si tratta di innovazioni significative e crescenti, perché lo stato e gli enti locali hanno poche risorse e talvolta fanno fatica anche a mettere in rete i diversi stakeholder.
E comunque sono i pazienti e i loro familiari ad avere un punto di vista interno sui bisogni.

Fonte: Il Sole 24 Ore