Nonostante la crisi, non pare fermarsi l’ondata digitale che sta “invadendo” le nostre vite e le organizzazioni, ma l’innovazione digitale stenta ancora a giocare un ruolo propulsivo per l’agognata ripresa nel nostro Paese; permane una sorta di Digital Divide culturale nelle imprese italiane, che si traduce in un livello di investimento nell’innovazione basata sulle tecnologie digitali che resta troppo basso rispetto a quanto sarebbe necessario per allinearci ai Paesi più virtuosi.
Nel 2013 il budget ICT su fatturato si attesta al 2,5% di cui il 68% destinata a spese correnti e il 32% ad investimenti per nuovi progetti. In particolare il settore Industria mostra un significativo ritardo rispetto agli altri settori, con un rapporto pari al 1,6%, basso anche se confrontato con l’andamento internazio­nale (Dato Gartner 2012: 3,5%). Tenendo conto che tale settore rappresenta quasi il 40% del panorama economi­co italiano, esso incide in maniera rilevante sul ritardo generale.

 La Survey realizzata alla fine del 2013 dalla School of Management del Politecnico di Milano su un campione di circa 200 aziende di medie e grandi dimensioni, ha studiato i principali trend di investimento e le principali sfide organizzative che riguarderanno le Direzioni ICT delle imprese italiane per il 2014.
I dati mostrano per il 2014 una stabilità del budget ICT rispetto al 2013: non ancora la ripresa auspicata, dunque, ma una situazione migliore rispetto all’ultimo biennio, in cui numerose Direzioni ICT sono state impegnate in processi di profonda razionalizzazione interna, con significativi tagli negli investimenti.
In base alla loro propensione agli investimenti in ICT, le imprese del campione sono state suddivise in quattro cluster:

  • Ict Basic: sono imprese che continuano a investire in tecnologia solo lo stretto necessario con basso livello di innovatività. In questo cluster si colloca il 49% delle aziende del Panel, percentuale che sale al 62% per le imprese del settore Industria
  • Ict Intensive: sono imprese caratterizzate da una forte enfasi sul miglioramento dell’efficienza nella gestione correnti dell’ICT a fronte di un mantenimento o lieve potenziamento degli investimenti. Qui si colloca il 28% delle aziende del Panel, e il 53% delle imprese del settore Utility&Energy, settore è caratterizzato da notevoli investimenti, produttivi e finanziari, e da una forte attenzione all’innovazione dei servizi, delle modalità di erogazione e delle tecnologie utilizzate.
  • Ict Push: sono le imprese dove l’innovazione rappresenta la chiave per il successo, gli investimenti in ICT sono frequenti e importanti. Qui troviamo l’ 11% delle aziende del Panel, il 42% delle Media-Telco.
  • Ict Extensive:  sono imprese caratterizzate da ingenti spese correnti che assorbono la maggior parte del budget ICT. Il cluster ICT Extensive è poco rappresentato (12%) e senza alcuna connotazione settoriale.

Fonte: Agenda Digitale