La tradizione non è fare le cose come si sono sempre fatte. E' la sorgente di chi sa come fanno bene. La tecnologia offre le opportunità per risposte forti.

La tradizione non è fare le cose come si sono sempre fatte. È la sorgente culturale di chi sa come si fanno le cose bene. Ma che rapporto c’è tra la tradizione e l’innovazione?

È una questione cruciale per l’economia italiana. Alimentare, abbigliamento, arredamento. Automazione. Arte e ambiente. L’Italia delle triple A esporta, attira turisti, affronta da protagonista le sfide dell’economia delle nicchie e del valore aggiunto per piccoli volumi. Trova la strada del mercato internazionale sulla base di una riconosciuta tradizione. Induce gli imprenditori a restare concentrati su ciò che sanno fare bene. Ma non sempre riesce a generare modelli di business disegnati per scalare. Il che rallenta l’afflusso di capitali di rischio e riduce le possibilità di innovare in modo radicale, se non quando è il carattere dell’imprenditore a infondere il coraggio necessario. In questa logica l’idea di tradizione appare alternativa all’innovazione.

È un problema. Tradizione e l’innovazione sono alleate, non nemiche: chi sa fare le cose bene, in un contesto che cambia, sa adattare i processi e i prodotti, in base alla visione innovativa che interpreta la trasformazione. Del resto, chi si limita a ripetere costantamente i processi che in passato hanno funzionato, senza innovare per adattarsi al contesto, rischia di perdere quota di mercato.

 

Le opportunità aperte dalla tecnologia digitale danno risposte forti a chi si domanda se sia possibile innovare nel rispetto della tradizione. Servono a raccontare il senso del “saper fare”. Servono a connettere il frutto di quel “saper fare” al mercato globale. Servono a migliorare i processi produttivi. E sono a loro volta rinnovabili: le tecnologie digitali non chiedono solo di essere usate, ma trasformate al servizio dei progetti di frontiera che la visione degli imprenditori riesce a concepire. La sola cosa che non funziona è non conoscerle.

Fonte: Il Sole 24 ore