Sei anni che hanno cambiato il mondo delle relazioni umane. Ed è solo l’inizio. Da quando l’allora diciannovenne Mark Zuckenberg l’ha fondato nel 2004, Facebook non ha smesso un istante di macinare primati affermandosi in breve tempo come il social network più grande al mondo. Quattrocento milioni di utenti attivi nel 2010. Una scommessa imprenditoriale che ha raggiunto un valore stimato di 10 miliardi di dollari.


I social network sembrano avere i requisiti ideali per coinvolgere il pubblico giovane. L’ultima rilevazione dell’Eurispes segnala che a servirsi di Facebook sono il 44,2% degli italiani dai 18 anni in su. Sociologi e psicologi hanno da tempo messo in evidenza come i digital-born, i ragazzi nati e cresciuti nel mondo della rete, abbiano sviluppato capacità cognitive e comportamentali molto diverse da chi ha convissuto con una realtà prevalentemente analogica. La differenza? Oltre a maggiori competenze tecnologiche, le nuove generazioni mostrano una straordinaria capacità di gestire in contemporanea sistemi diversi fra loro: ascoltano brani mp3, scrivono mail, caricano foto. Il tutto senza alcuna difficoltà. La rete genera e al tempo stesso stimola questa loro esigenza di informazione differenziata, che ha determinato una mutazione radicale nelle modalità di relazione fra gli individui. Le sorprese, comunque, non mancano. Nel 2009 il 35% degli over 65 si è registrato al portale e solo il 7,8% ha dichiarato di non sapere cosa fosse Facebook.



Fonte e articolo integrale: Corriere della Sera

(pubblicato il 18 marzo 2010)