L'espansione oltre confine continua a essere complicata per le aziende italiane. Da una ricerca Regus emerge che 30 imprese su 100 riescono a crescere puntando principalmente sui mercati internazionali. Ma non mancano le difficoltà, tra cui l'assunzione di personale qualificato e la mancanza di partner locali.

L’export è stato il fattore principale che ha permesso all’industria italiana di resistere alla crisi e di intravedere spiragli di ripresa. Eppure, secondo le imprese che portano il made in Italy nel mondo, espandersi sui mercati internazionali è ancora un affare maledettamente complicato. Stando ai dati di un’indagine condotta su 20 mila imprenditori in 95 Paesi daRegus, società fornitrice di soluzioni per uffici, le aziende italiane fanno molta più fatica a crescere all’estero rispetto alla media mondiale.

Dalla ricerca emerge che quasi la metà delle imprese italiane (il 45%) non riesce a crescere. Tra quelle che ce la fanno, un terzo (30%) punta principalmente sull’espansione oltre confine (a fronte di una media globale del 17%). Mentre solo una su dieci riesce ad accrescere i propri ricavi facendo affidamento soprattutto sui mercati interni (contro il 42% degli altri 94 Paesi presi in esame).

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