Un'aggiunta fondamentale quella che il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione - con delega alle Politiche per la famiglia - Andrea Riccardi vuole inserire nel DDL Lavoro.  Si tratta di sette punti che andranno a integrare le proposte del ministro Elsa Fornero sul cosiddetto “sostegno alla genitorialità”, per il momento limitate, nel vero senso della parola, al congedo di paternità obbligatorio e ai voucher baby sitter. Sette punti incentrati sul sostegno alle famiglie con genitori che lavorano, alcune cruciali per sciogliere il nodo della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Accanto a misure di "sostituzione genitoriale" - come chiamo provocatoriamente io i voucher che consentono di avere tate e baby sitter che ci sostituiscono nelle nostre funzioni mentre noi siamo "blindati" in ufficio - ci sono infatti misure cruciali per affrontare il nocciolo della questionino, cioè che la nascita di un figlio non diventi un momento di rottura con il mondo professionale. Di qui la possibilità per la neo-mamma in congedo di tenersi in contatto con l'azienda e seguire corsi di formazione e di aggiornamento. E per far sì che la maternità non rimi con isolamento ed esclusione, è prevista la frazionalibilità oraria del congedo facoltativo, ovvero i sei mesi di facoltativa potranno essere usati non più solo su base giornaliera (e già questa era una possibilità sconosciuta ai più) ma anche una o due ore al giorno, in modo da poter lavorare di fatto con un part-time modulare in base alle proprie esigenze. L'obbligo della concessione del part-time - già ipotizzato sotto il Governo Prodi ma mai attuato - è peraltro previsto per i neo genitori, ma senza trascurare che il "vero lavoro" aumenta con la crescita dei figli. Quello che i genitori sanno - cioè che se a tre anni la fatica è prevalentemente fisica, con l'adolescenza è mentale e la presenza altrettanto importante - è peraltro riconosciuto attraverso l'estensione del periodo per l'utilizzo della facoltativa (ora fino a a 8 anni), che resta disponibile fino ai 18 anni. Interessante - anche se più complicata nella sua attuazione - l'ipotesi di estendere i diritti legati al congedo parentale ai nonni, laddove i genitori non ne godano il dritto in quanto precari e i nonni invece sì.

Fonte: La revolution en rose - Il Sole 24 Ore