Le donne con disabilità sono circa il 16% di tutte le donne europee e particolare attenzione deve essere posta alla protezione dei loro diritti, in quanto non formano un gruppo omogeneo e facilmente identificabile e rischiano di essere soggette a discriminazione multipla. Prima come donne e poi come disabili. Lo European Disability Forum ha denunciato così, in occasione dell’8 marzo - Giornata Internazionale della Donna – la particolare vulnerabilità che fa delle donne con disabilità una delle categorie più a rischio di emarginazione in Europa. In una nota, l’Edf lamenta la carenza di politiche specifiche in materia a livello di Ue: «L’Unione Europea – si legge – si sta impegnando per lottare contro la discriminazione in generale, ma riscontriamo una mancanza di coordinamento grave fra politiche riguardanti l’uguaglianza di genere e politiche concernenti la disabilità. Le donne con disabilità devono rientrare nell’ambito di entrambe queste aree».


«Le donne con disabilità – ha denunciato Ana Peláez, presidente della Commissione per i Diritti delle Donne nello European Disability Forum – sono spesso invisibili nelle politiche di genere dell’UE». Un altro problema, secondo l’Edf, è la loro scarsa rappresentatività negli organi decisionali, il che rende più difficile far sentire la loro voce. Inoltre, le donne con disabilità spesso beneficiano di servizi sanitari in quanto donne e non in quanto donne e disabili e, specialmente quando la disabilità è psichica o mentale, corrono un rischio molto maggiore di subire abusi fisici rispetto alle donne non disabili. Infine, la discriminazione multipla penalizza questa categoria di persone anche in ambiti quali l’occupazione, l’educazione (e in particolare la formazione professionale), le politiche familiari e la previdenza sociale, anche se in questi settori le differenze variano da Paese a Paese.


Fonte: Corriere della Sera
(articolo pubblicato l'8 marzo 2010)