Complice la crisi, il lavoro part-time prende quota e il futuro potrebbe tingersi di rosa. Così sembra, prendendo in esame i dati di una ricerca internazionale condotta da Regus, che prevede nei prossimi due anni un forte incremento delle assunzioni a tempo parziale di donne intenzionate a rientrare al lavoro dopo il congedo per maternità.

Il 44% delle aziende (quasi una su due), segnala lo studio, punterà sulle mamme: grandi lavoratrici, per natura affidabili, mature e con competenze elevate, ma per le quali il ritorno all’attività produttiva è spesso problematico. Con il 47% delle società, i settori più inclini ad adottare questa strategia sono quello finanziario e manifatturiero, seguiti da marketing, comunicazione, consulenza, sanità e retail (45%), mentre per l’Ict, un mondo ancora caratterizzato da una elevata presenza di personale maschile, la stima scende al 39%.

Lo studio di Regus evidenzia come le imprese riconoscano sempre più l’importanza di favorire l’equilibrio tra lavoro e famiglia, scelta che ben si adatta anche all’esigenza di trovare soluzioni idonee a contrastare la crisi economica. Favorire la flessibilità lavorativa delle mamme permetterebbe quindi di non perdere o acquisire nuovi talenti. Ma a influire sulle intenzioni dei datori di lavoro sono pure le dimensioni aziendali: il 77% delle grandi imprese (quelle con oltre mille dipendenti) prevede un aumento delle assunzioni part-time per le neo-mamme, un dato che scende al 39% per le realtà imprenditoriali più contenute.


Fonte e articolo integrale: Corriere della Sera

(pubblicato il 19 febbraio 2010)