Se le donne dei Paesi in via di sviluppo avessero le stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari, alla scolarizzazione e ai mercati, “la produzione agricola potrebbe aumentare, e il numero di affamati potrebbe ridursi” contribuendo a sciogliere anche altri Obiettivi del millennio.
Il ruolo della donna è quindi per la Fao un ruolo cardine per contrastare la fame nel mondo, anche se come si legge nel SOFA “i rendimenti degli appezzamenti coltivati dalle donne sono spesso più bassi”. “Questo avviene - ha chiarito la dottoressa Terry Raney che ha curato il rapporto “Stato dell'alimentazione e dell'agricoltura” (SOFA 2011) presentato dal direttore generale Jacques Diouf,- non perché le donne sono meno brave, ma perché lavorano in appezzamenti più piccoli, e usano pochi fattori produttivi come fertilizzanti, sementi migliorate ed attrezzi".
Il rapporto stima che se le donne dei Paesi in via di sviluppo, dove costituiscono in media il 43 per cento della forza lavoro agricola, avessero lo stesso accesso alle risorse che hanno gli uomini, la loro produzione avrebbe un incremento del 20/30 per cento. “Questo - ha continuato la Raney - potrebbe far aumentare la produzione agricola totale dei Paesi in via di sviluppo del 2,5-4 per cento, fattore che a sua volta farebbe ridurre il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo del 12-17 per cento”, con un calo di 100 - 150 milioni di persone.

Ulteriori informazioni disponibili qui.