La legge proposta dalla leader degli industriali ha l'ok del governo

Brillanti o mediocri, puntuali o disorganizzate, motivate o scansafatiche come gli uomini, nella vita aziendale molte dipendenti donne hanno in più una caratteristica unica e fondamentale: sono viste come potenziali madri. Sulla loro carriera pesano i mesi di assenza passati ad accudire il neonato o anche solo la possibilità - per i datori di lavoro una minaccia - che un giorno possano decidere di farlo. Una vera parità in queste condizioni è impossibile, il percorso professionale delle donne viene inevitabilmente condizionato dal dato biologico. In Francia, dove le donne nel privato guadagnano in media il 27% in meno degli uomini, si fa strada allora un' idea radicale: i padri non partoriscono? Non importa, congedo di paternità - obbligatorio - anche per loro. «Troppo spesso la maternità rappresenta un freno alla carriera - aveva detto in occasione dell' 8 marzo Laurence Parisot, la presidente del Medef (la Confindustria francese) -. Solo due terzi degli uomini approfittano degli 11 giorni di congedo di paternità previsti dalla legge, che comunque sono troppo pochi. Bisogna allungare il tempo della paternità e sottrarlo alla facoltà di scelta». Poteva restare una proposta di circostanza in occasione della Festa della Donna, invece l' idea della Parisot ha raccolto subito consensi. Nel governo, innanzitutto: il ministro del Lavoro, Xavier Bertrand, è intervenuto pochi giorni dopo dicendo che «è importante mettersi al posto delle donne e non lasciare solo a loro il compito di conciliare vita privata e professionale». «Il governo è pronto a fare la sua parte con le parti sociali» ha aggiunto Bertrand. Roselyn Bachelot, ministra della Solidarietà e della coesione sociale, si associa giudicando «estremamente deplorevole» il fatto che un padre su tre non si avvalga dei già pochi giorni liberi a disposizione, pagati dalla sicurezza sociale. Il sindacato Cfdt (800 mila iscritti, ispirazione cristiana) rilancia la proposta della Parisot impegnandosi in una battaglia per portare il periodo di assenza del lavoro dei padri a due mesi. «I giovani papà temono a ragione che un congedo più lungo possa nuocere alla loro carriera - dice Monique Boutrand della Cfdt -. L' esperienza delle donne mostra che la minima assenza è subito considerata come un disimpegno nei confronti del lavoro, e il fatto che gli uomini si prendano carico delle questioni di casa è visto ancora di più come una dimostrazione di disinteresse verso la carriera, da parte dei capi e dei colleghi. Se un congedo di paternità più lungo fosse imposto a tutti dalla legge, i padri sarebbero liberati dalla necessità di giustificare una scelta personale oggi considerata bizzarra e marginale». La maggioranza degli interlocutori sembra d' accordo, tranne il sindacato delle piccole e medie imprese (Cgpme): «Piuttosto che rendere obbligatorio il congedo di paternità, bisognerebbe renderlo più flessibile». La paura è che - come è successo con le 35 ore - lodevoli considerazioni sociali facciano pesare gravi conseguenze economiche soprattutto sulle aziende meno grandi e attrezzate. La Parisot assicura comunque che il Medef sta già studiando le modalità tecniche per redistribuire i mesi di assenza dal lavoro tra uomini e donne. Le conseguenze psicologiche e culturali sui padri sono ancora tutte da calcolare. Stefano Montefiori RIPRODUZIONE RISERVATA **** Paternità Norme a confronto La legge in Italia null La proposta della Francia La Svezia capofila Qui un padre su tre non si avvale dei giorni liberi a disposizione. Dopo la proposta della Parisot di allungare il tempo della paternità e sottrarlo alla facoltà di scelta, il sindacato Cfdt vuole portare il periodo di assenza del lavoro dei padri a due mesi I padri che rinunciano al lavoro quando arriva un figlio sono ancora pochi: nel 2009 i congedi di paternità sono stati 23.500 (pari al 5,8 % dei padri), con una crescita del 36.6% rispetto al 2008. I permessi per i papà in Italia sono facoltativi e retribuiti al 30 per cento La nazione europea più virtuosa riguardo ai congedi di paternità è la Svezia. Alla nascita di un figlio garantisce al padre 30 giorni di congedo retribuito obbligatorio che può essere diviso in 4 periodi dell' anno. Il Paese applica una politica di sostegno delle mamme.

Fonte: Corriere della Sera