L’inserimento lavorativo delle donne meridionali in alta formazione (dottorati di ricerca in cui si conferma il maggior tasso di riuscita femminile rispetto a quella maschile) migliora rispetto al passato, riducendo il gap di genere dai 12 punti percentuali precedenti ai 6 attuali, ma si evidenziano ancora differenze regionali riferite alle condizioni dei mercati di lavoro territoriali.
La Calabria risulta essere la regione con il miglior tasso di occupate a 18 mesi dalla conclusione del dottorato (95,8%), seguono Sardegna, Puglia e Campania. L’inserimento più basso è nel mercato del lavoro Lucano dove risulta occupata meno di una donna su due (46,7%). Si evidenzia, peraltro, come il livello occupazionale diminuisca in corrispondenza della fascia di età 30-39 anni a dimostrazione delle difficoltà di conciliazione tra carichi di lavoro e di famiglia. In particolare l’11% del campione femminile è alla ricerca di un nuovo lavoro e il 5,6% si dichiara inattiva. Il divario occupazionale aumenta al crescere del numero dei figli (16,2% alla ricerca di un nuovo lavoro e 8,2% inattive). I dati emergono dalla recente indagine Isfol su Alta formazione e occupabilità nel Mezzogiorno (PON ricerca 2000-2006) analizza e valuta, in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi, l’efficacia dell’inserimento lavorativo a 18 mesi dalla conclusione dei percorsi di alta formazione. L’indagine approfondisce la lettura dei dati anche in merito al tema della partecipazione di genere.
 
Fonte: Isfol