Del Jobs Act a cui sta lavorando il Pd di Matteo Renzi a oggi si sa poco o nulla. Una cosa sola è certa, però: il documento promuoverà lo smartwork. O lavoro agile, a seconda delle preferenze linguistiche. Per intenderci, il lavoro dipendente che si può fare da casa, dall’azienda o da dove si vuole, tanto poi si viene valutati sui risultati. Certo all’interno del Jobs Act si parlerà anche di smartwork», conferma Marianna Madia, responsabile Lavoro della segreteria del Pd. «Si tratta di uno strumento interessante che può favorire la conciliazione famiglia-lavoro — continua Madia —. Per questo mi auguro che entri anche nel cosiddetto contratto di governo».

La segreteria che metterà nero su bianco il programma del Pd in materia di lavoro si terrà tra un paio di settimane. Già domani, invece, le promotrici tripartisan di un progetto di legge sullo smartwork Alessia Mosca del Pd,  Barbara Saltamartini del Nuovo centrodestra e Irene Tinagli di Scelta civica — depositeranno la loro proposta.

Il  trio Mosca-Saltamartini-Tinagli ha presentato anche emendamenti al decreto Destinazione Italia. Se approvati, permetteranno l’accesso a forme di credito d’imposta alle aziende che vogliono allestire postazioni di lavoro domestiche. «Ci eravamo date tempi ben precisi per il deposito di questa proposta di legge, li abbiamo rispettati — fa notare Mosca —. Il testo iniziale è stato sottoposto a tutti coloro che volevano contribuire con idee e suggerimenti (anche sul sito della 27esima ora) e abbiamo così introdotto modifiche migliorative. Numerose le buone pratiche da cui abbiamo potuto prendere spunto. Ora è importante che lo smartwork entri nell’agenda del governo».

In tempi di crisi e risorse scarse, il lavoro agile ha il doppio pregio di aiutare la conciliazione famiglia-lavoro senza mobilitare fondi pubblici.

Non solo. «Da una parte le aziende risparmiano sui costi: dai ticket restaurant alle trasferte, passando per gli spazi destinati alle scrivanie. Dall’altra a trarre vantaggi non sono solo le donne. Il lavoro agile piace sia ai giovani che ai dipendenti  avanti in età», fa notare Simona Cuomo dell’osservatorio sulla gestione delle differenze in azienda della Sda Bocconi di Milano.

Intanto sono una quarantina le aziende che hanno aderito alla giornata del lavoro agile promossa per il 6 febbraio dal comune di Milano: da Ibm a Deutsche bank, da Coca Cola a Coop, da Telecom a Sanofi. E poi Mars Italia, Gdf, Shell, Bpm… «È molto positivo che finalmente non si parli  di contratti ma di organizzazione del lavoro — esulta il giuslavorista Maurizio Del Conte —. L’importante è avere la consapevolezza che anche questo strumento va governato. Le contrattazioni di categoria e aziendali avranno un ruolo importante. Per esempio nel definire le modalità di valutazione del lavoro straordinario. O la sicurezza delle postazioni di lavoro». 

Fonte: La 27ma Ora