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Secondo la ricerca della Fondazione Istituto Neurologico Besta sullo stato vegetativo in Italia, i ‘caregiver’ sono per il 70 per cento donne oltre i 50 anni. Persone che non conoscono più tempo libero e vita privata.


Sono donne mature, al di sopra dei 50 anni, a cui il lavoro di cura di un parente in stato vegetativo mangia tutto il il tempo residuo della loro vita. L’universo femminile, stando alla ricerca della Fondazione Istituto Neurologico Besta sul coma in Italia, è il pilastro di un’assistenza che, nel nostro Paese, viene garantita a macchia di leopardo e con poco personale specializzato.

Le donne sono il 70 per cento dei ‘caregiver’, i datori di cure, sia a casa che nei centri specializzati. “Per quanto riguarda l’assistenza agli adulti – ha spiegato la coordinatrice del progetto, Matilde Leonardi – è importante sottolineare che il 49 per cento lavora, il 24 per cento è pensionato e il 23 per cento è casalingo”.

 

Un bambino su sei passa molto più tempo tra social network e chat piuttosto che davanti a un romanzo

MILANO - Meglio la rete dei libri: un bimbo su sei passa sempre più tempo a messaggiare con gli amici e a spedire mail o a chattare sui social netwotk come Facebook e Twitter. A lanciare l’ennesimo allarme è uno studio dell’inglese National Literacy Trust su oltre 18mila bambini fra gli 8 e i 17 anni di 111 scuole della Gran Bretagna, che pare confermare i risultati di un sondaggio internazionale dell’anno scorso, che aveva visto la Gran Bretagna scendere miseramente dal 17° al 25° posto nella classifica mondiale dei libri letti dai lettori più piccoli.

Una nave MSCL'azienda tutta al femminile di un imprenditore di Basilea

Di che cosa siano capaci le donne, René Mägli l’aveva visto da piccolo: era l’unico maschio in mezzo a tre sorelle. E l’esperienza dev’essere stata felice, se adesso per il suo ufficio - la filiale di Basilea della società di trasporti marittimi Msc - vuole solo donne. Con le sette assunzioni del mese scorso è arrivato a cento. Nemmeno un uomo tranne lui, il capo.

L’ultimo è stato licenziato dieci anni fa. «Avevo notato che cercava di esercitare del potere sulle colleghe e faceva sparire i documenti che non capiva». Da allora, pochi maschi mandano il curriculum e nessuno passa la selezione. «Non ho niente contro gli uomini ha raccontato Mägli allo Spiegel -. Solo che le donne hanno qualcosa in più: lavorano per l’azienda, non per il proprio ego. Gli uomini lottano per la posizione, per i soldi o lo status. Non amano lavorare in squadra e, se sono costretti, non comunicano, non si aiutano reciprocamente. Le donne invece non sono competitive, non vogliono dimostrare la loro superiorità. Almeno, questa è la mia esperienza».

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L'incontro sara' curato da Maren Donata Urschel e Anna Favini Robertson, professioniste del settore.