Assegnati anche nuovi bandi per la gestione di alcune cascine storiche.

Piazza Castello, la Darsena e le pedonalizzazioni che comportano. Ma anche le cascine e tutto il loro circuito, composto da edifici spesso in degrado e che ora stanno invece per essere riqualificati, per tornare a vivere in tempo per Expo. In questi giorni il ritmo di lavoro nei cantieri milanesi si fa più intenso, perché manca ormai davvero solo un anno all'inizio dell'Esposizione Universale.

Uno dei cantieri più complessi è quello della Darsena, che sta per trasformarsi in un nuovo punto di aggregazione, potenzialmente in grado di attirare moltissimi turisti ma anche cittadini, perché sarà tutto modellato dall'acqua. I lavori procedono, al momento, secondo il cronoprogramma concordato con il Comune, ma la direzione è pronta anche a intensificare i turni di lavoro.

Gli scavi, insieme alle proteste di commercianti e residenti, stanno portando alla luce anche alcune sorprese, alcune prevedibili altre del tutto inaspettate. Non solo sono riemerse delle mura spagnole, ma anche dei bagni pubblici che risalirebbero agli anni Cinquanta e che farebbero parte di una rete che ne comprende circa una ventina. A renderlo noto, nel corso di un sopralluogo, è stata l’assessore milanese ai Lavori pubblici Carmela Rozza. Nessun intervento previsto, almeno per ora: ma certo potrebbero ritrovare un'utilità, soprattutto in un luogo come la Darsena, dove ci si aspetta un grande flusso di persone.

E se anche in piazza Castello hanno preso il via i lavori di pedonalizzazione di un'area di 15 mila metri quadrati, continua anche la rifunzionalizzazione delle cascine, un circuito decisamente affascinante e che s'intreccia con la storia agricola di Milano, quanto mai attuale proprio in vista di Expo. Le ultime novità, comunicate giovedì 24 aprile, riguardano due luoghi molto noti: le cascine Monluè e San Bernardo, che avranno “funzioni socio-culturali” che dovrebbero entrare a pieno regime durante Expo.

La Cascina Monluè, a sud della città, è stata assegnata a una rete del terzo settore costituita da diverse realtà, il cui capofila è il consorzio Farsi Prossimo. Uno spazio il cui nucleo centrale risale al 1200, costruito dall'Ordine degli Umiliati. E nel rispetto della sua storia, una parte della cascina rinnovata sarà destinata all'accoglienza, troveranno poi spazio laboratori artigianali e ci saranno orti che potranno essere curati dai cittadini. Più in generale, la sua missione sarà soprattutto quella di aggregazione multiculturale.

Sarà gestita invece dalla Società Umanitaria la Cascina San Bernardo, che risale ai primi del Novecento e sorge al centro del Parco della Vettabbia, che a sua volta si trova all’interno del Parco Agricolo Sud. Il progetto vede al centro la creazione di “una fattoria”, oltre che di un luogo di formazione culturale: largo quindi soprattutto a ragazzi e bambini milanesi, che molto poco sanno della vita agricola.

 

Fonte: Il Ghirlandaio