Innovazione

Il www, nato come rete militare e poi come risorsa accademica, esisteva in forme via via più evolute fin dagli anni '60.Il 12 marzo 1989 Tim Berners-Lee depositò al Cern la proposta di creare l'infrastruttura digitale.

Internet compie 25 anni. La nascita del web viene fatta risalire convenzionalmente infatti alla proposta depositata il 12 marzo 1989 al Cern da un professore inglese allora sconosciuto, Tim Berners-Lee (il documento è disponibile a questo indirizzo:info.cern.ch/Proposal.html). Fu lui a sviluppare WorldWideWeb, il primo programma di navigazione, quello che diede poi il nome alla rete in quanto tale, insieme a un ingegnere belga e a uno studente. E oggi, nell'occasione del 25 anni, Berners-Lee propone una "Magna Carta" per il web. Sotto attacco da parte di governi e corporation, con la necessità di un documento universale che ne protegga l'apertura a tutti e la neutralità. "Il web dovrebbe essere accessibile a tutti, da ogni dispositivo, e deve poter essere uno strumento attraverso cui l'essere umano possa esprimere il suo potenziale e garantire la propria dignità e diritti civili".

Abbiamo scaricato 1,2 miliardi di applicazioni nel 2013, i media digitali sono cresciuti del 18% a valore con la pubblicità su mobile che ha guadagnato il 167%.

Sono 1,2 miliardi le app scaricate dagli italiani nell’ultimo anno. In media gli utenti di smartphone ne hanno 33 e ne utilizzano 5 al giorno. Chi ha un tablet ne scarica 32 e ne apre ugualmente 5 al giorno. Sta diventando anche il modo preferito di ricevere le notizie. Le app di media, giornali, editori oggi sono circa 370 e oltre un terzo delle testate ne propone una per i tablet. Nell’ultimo anno il mercato dei media su applicazioni è cresciuto del 120 per cento. È uno dei trend più forti della “New Internet”, il nuovo modo di connettersi fondato sulla diffusione dei dispositivi mobili, l’uso di social network, il forte consumo di video e la pubblicità personalizzata. Lo rivela la ricerca dell’Osservatorio New Media e New Internet del Politecnico di Milano, presentata oggi, martedì, al Campus Bovisa (ore 10 - 16,30, con due tavole rotonde pomeridiane su New Internet, consumi e pubblicità).

Dati in "cassaforte" e risparmio sulla bolletta energetica: è un'eccellenza nazionale il centro tecnologico sviluppato dalla in house Lombardia Informatica progettato sulla base delle linee guida dell'Agenzia per l'Italia digitale.

Consultare il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), i dati anagrafici e le esenzioni o ancora prenotare visite ed esami specialistici sono tutti servizi realizzabili grazie ad infrastrutture informatiche di grande rilevanza. Nel cuore di Milano c’è un centro tecnologico all’avanguardia di oltre 1000 mq e con una potenza installabile di 600 Kw, in cui rientrano i molteplici dati che gli enti del Sistema Regione gestiscono, tra cui le politiche per il commercio, artigianato, servizi, agricoltura e industria; la casa, la famiglia, i giovani e l’istruzione; la protezione civile, il territorio, l’ urbanistica e la qualità dell’ambiente.

Accesso alla rete, cittadinanza digitale, open gov e open data, diritto a curarsi in qualsiasi Paese europeo grazie al fascicolo sanitario elettronico...L'Italia ha dimenticato di fare parecchi compiti a casa, sul piano dei diritti. Ecco il quadro delle lacune.

Da qualche mese – in particolare da quando ho iniziato a scrivere il documento di smart specialisation strategy del Piemonte[1] – mi sono affezionato alla definizione di ecosistema digitale, non tanto per sostituire quella ormai un tantino inflazionata di agenda, ma piuttosto per farla evolvere e renderla più rappresentativa del contesto, ovvero di fattore abilitante per lo sviluppo, la crescita e la competitività di un territorio.

Non si tratta quindi di una mera questione semantica bensì di un problema di sostanza e per spiegarlo provo ad aiutarmi con una metafora.

Immaginate una metropoli con un suo nuovo e moderno piano regolatore da realizzare, un suo sistema viario e logistico da riprogettare, una serie di cantieri aperti e milioni di cittadini e di imprenditori che devono coniugare la quotidianità con i lavori in corso. Rende l’idea?