Donne protagoniste

Unica presenza femminile ai vertici Istat, è alla guida del dipartimento Statistiche sociali: oggi snocciola cifre e letture dei dati in un'ottica di genere. Il gap occupazionale con gli uomini e la necessità di scardinare il 'breadwinner' sulla rigidità dei ruoli sono al centro della sua visione. Con un plauso alle quote: "Utili a rompere il monopolio maschile".

 E' capo del dipartimento Statistiche sociali e ambientali dell'Istat e ora anche del dipartimento per i Censimenti e gli archivi amministrativi e statistici: unica donna ai vertici dell'Istituto.Linda Laura Sabbadini, classe 1956, dice di adorare il suo lavoro, e nel 2006 è stata scelta dall'allora capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, per essere insignita - era l'8 marzo - dell'onorificenza di commendatore della Repubblica in virtù del ruolo particolarmente innovativo svolto nel campo delle statistiche sociali e di genere. Fa parte di gruppi di alto livello e di centri di eccellenza dell'Onu e della Commissione europea. Nonostante tutti i suoi incarichi, la Sabbadini non ha mai smesso di occuparsi anche di condizioni e qualità della vita delle donne.  

Lunga esperienza manageriale, prima in Italtel poi alla guida di Olivetti. Quote rosa? «Nelle aziende conta il merito».

Un nome “nuovo”, ma di lunga esperienza manageriale. Patrizia Grieco, milanese classe 1952, laureata in legge all’università Statale, ha iniziato la sua carriera nel 1977 a Italtel, nel settore delle comunicazioni, alla direzione legale e affari generali. Nel giro di quindici anni, nel 1994, diventa direttore di quello stesso reparto, proprio mentre la Siemens sta acquisendo il controllo dell’azienda. Ma la carriera in Italtel non si arresta: nel 1999 è direttore generale, nel 2002 amministratrice delegata.

Il passaggio successivo è alla “casamadre” Siemens: nel 2003 diventa ad di Siemens informatica, ruolo che ricopre per tre anni. È il 2006 quando la Grieco lascia il posto manageriale per passare al campo della consulenza, con Value partners. Nel giro di un paio d’anni, però, il suo curriculum da manager torna a pesare: viene chiamata alla Olivetti, ancora come amministratrice delegata, e poi come presidente dal 2011. Il suo bilancio alla guida dell’azienda viene considerato positivo.

Marcegaglia (Eni), Todini (Enel), Grieco (Poste), a.d cambiati tutti. Unica riconferma è quella di De Gennaro a Finmeccanica. Ancora vuoto il posto di a.d. di Ferrovie.

Nessuna conferma, con l’eccezione della presidenza di Finmeccanica. Cambiano verso le nomine per le controllate del Tesoro, firmate Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan. Via le guide operative e volti nuovi anche per le presidenze: all’Eni Claudio Descalzi amministratore delegato e Emma Marcegaglia presidente; all’Enel Francesco Starace e Patrizia Grieco; in Finmeccanica sbarca l’attuale ad di Fs Mauro Moretti, mentre resta al suo posto alla presidenza Gianni De Gennaro; cambio della guardia anche al timone di Poste, con Francesco Caio Ad e Luisa Todini presidente. Rimandate le nomine di Terna che, assicura Palazzo Chigi, avverranno con gli stessi criteri seguiti oggi. Una squadra quella annunciata, rivendica il presidente del Consiglio, «di professionisti di grande qualità e riconosciuta autorevolezza» che «lavoreranno per raggiungere gli obiettivi strategici ambiziosi di societa’ che rappresentano asset fondamentali per il Paese». Il lavoro per arrivare a coprire tutte le caselle non è stato facile. È servito un ultimo confronto di oltre quattro ore a Palazzo Chigi fra il premier e il ministro dell’Economia per chiudere il cerchio. Alla fine, tra qualche rifiuto eccellente e aggiustamenti dell’ultima ora, il Governo riesce a chiudere la tornata di nomine centrando anche l’obiettivo di portare al vertice delle principali società italiane tre donne, tutte alla presidenza: Luisa Todini all’Enel, Emma Marcegaglia all’Eni e Patrizia Grieco alle Poste.

Mimi Kung, Ad. di American Express nel nostro Paese, guida un’azienda rosa al 70%. «Amo questa penisola nonostante sia difficile fare business a causa di troppa conservazione. Noi cresciamo e vogliamo aiutare l’innovazione”.

"Quando ho iniziato a conoscere l’Italia, avevo 30 anni. E ho capito subito che tutto quello che immaginavo da bambina era vero: la “dolce vita” esisteva veramente, ne sono rimasta folgorata. Amo così tanto questo Paese che mi sono sposata anche un italiano. Anzi, un napoletano". Sorride, Mimi Kung, che ama definirsi «woman in power». In effetti, Mimi Kung lo è. La sua è stata una carriera bruciante: nata a Taipei, si trasferisce giovanissima negli Stati Uniti dove studia e prende la cittadinanza. La svolta professionale arriva nel 1995, con l’ingresso nel gruppo American Express all’interno del quale in breve tempo ricopre ruoli di vertice prima a New York e poi Londra. Fino a raggiungere nel 2010, in qualità di senior vice president, l’Italia: il terzo mercato in Europa, dopo UK e Francia, per il colosso americano delle carte di credito. Tra le sue numerose responsabilità, anche quella di guidare il business delle carte consumer nel nostro Paese. Da poco più di due anni, Mimi Kung ha assunto il ruolo di amministratore delegato della divisione italiana di American Express, gruppo che conta a livello mondiale più di 63mila dipendenti, un giro di affari di 31,6 miliardi di euro realizzato con 102 milioni di carte di credito in circolazione. La sua “missione” è di conquistare nuove quote di mercato in Italia. «A fatica, ma ci stiamo riuscendo — ammette — Siamo cresciuti del 3-4% lo scorso anno, nonostante il Pil nazionale sia diminuito del 1,9%».