Notiziario tematico

A partire dal 1° gennaio 2012 l’età pensionabile delle donne del pubblico impiego sarà equiparata a quella degli uomini, cioè 65 anni. Quando ha approvato questa misura, nel giugno scorso, il governo ha assicurato che le risorse risparmiate, 4 miliardi nell’arco di 10 anni, sarebbero andate ad un Fondo strategico destinato a finanziare politiche per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro.

In Italia le donne continuano a essere il pilastro delle rete informale e dell'assistenza e cura, a essere retribuite meno degli uomini e discriminate quando stanno per diventare madri. A fotografare la situazione del Paese nel 2010 è il Rapporto Annuale dell'Istat.

Per l'Istituto diretto da Enrico Giovannini, la catena di solidarietà femminile tra madri e figlie su cui si è fondata la rete di aiuto informale, rischia di spezzarsi. Le donne occupate con figli sono infatti sovraccariche per il lavoro di cura all'interno della famiglia e le nonne sono sempre più schiacciate tra cura dei nipoti, dei genitori anziani non autosufficienti e dei figli adulti.

 

 

Sala delle Colonne, Palazzo Marini, RomaGianna Martinengo, Presidente di DidaelKTS e dell'Associazione Donne e Tecnologie, interverrà al convegno:

Un valore aggiunto: le donne nelle aziende, nel lavoro, nella Pubblica Amministrazione

ROMA 7 giugno 2011 ore 16:00
Palazzo Marini, Sala delle Colonne, Via Poli n.19

PROGRAMMA PROVVISORIO
Presentazione dell’iniziativa: Noi rete donne
Saluto iniziale: Livia Turco
Interventi previsti: Maria Ida Germontani; Lella Golfo e Alessia Mosca promotrice del disegno di legge per il 30% di presenza femminile nei CDA; Marcella Mallen; Patricia Adkins Chiti; Nella Condorelli; Gianna Martinengo; Liliana Ocmin; Valeria Fedeli; Marina Di Muzio

L’ufficio stampa ai tempi di Internet. Un libro per capire come cambia una professione

MILANO - L'informazione è sempre più digitale. E lo sarà sempre di più. I quotidiani tradizionali sofforno, quelli online si moltiplicano e così siti, social network, blog. Un universo con regole nuove, popolato da nuove figure di giornalisti e in cui tutti possono produrre informazione. Un mondo per certi versi quasi incomprensibile per chi fa della comunicazione aziendale e delle pubbliche relazioni il proprio mestiere. Come si fa, infatti, ufficio stampa su Internet? Come cambiano le media relations nell’era del web?

CAMBIAMENTO TOTALE - La risposta, ovviamente, è che non solo cambiano, ma che lo fanno profondamente. Sino a modificare i paradigmi stessi della professione. Per raccontare e spiegare come si naviga, da comunicatori, nel grande mare del web, è nato «Online media relations. L’ufficio stampa su Internet ovvero il Web raccontato ai comunicatori» (Ed. Il Sole24Ore), scritto da Daniele Chieffi, giornalista che, nell’ufficio stampa di UniCredit, si occupa proprio dei rapporti con i media online. Un saggio-manuale nel quale l'analisi teorica si affianca alla pratica, oltre a offrire una serie di soluzioni pratiche a problemi concreti e “quotidiani” nella gestione delle relazioni con i media online. Un occhio «tecnico» che spiega dall'interno i meccanismi profondi della nascita, circolazione e capacità d’influenza dell’informazione nel mondo della Rete e come sia possibile interagire. A cominciare dalle nuove dinamiche di lavoro dei giornalisti digitali e delle redazioni online, senza dimenticare i sempre più influenti blogger, ma anche social network e forum, chiarendone il ruolo fondamentale e quindi l’importanza strategica per chi fa «pierre».

VECCHI STRUMENTI - Ma non è solo una questione di nuovi media e nuovi attori. Nel tempo di Internet assumono nuove forme anche i tradizionali “ferri del mestiere”, dal comunicato stampa alla conferenza passando per l’intervista, rivisitate e adattate al formato web, accanto a strumenti nuovi come le attività «SEO», la link popularity e il content providing. Paroloni difficili, ma strumenti che si scopriranno utili per la nuova dimensione della media relations. Senza dimenticare, poi, la sezione sul monitoraggio della Rete, figlia digitale della classica rassegna stampa, per sapere sempre «chi pubblica cosa, come e quando» e poter così intervenire «in tempo reale» sui contenuti negativi e, contemporaneamente, sviluppare piani di comunicazione da veicolare nelle community.