Notiziario tematico

Sedici ristoranti italiani in Cina hanno ricevuto oggi il certificato 'Ospitalita' Italiana' a riprova dell'autenticita' del Made in Italy che rappresentano. La Camera di Commercio Italiana in Cina, in cooperazione con il Ministero del Turismo, il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri, ha dato il via quest'anno all'internazionalizzazione
dell'iniziativa che nel nostro paese ha gia' premiato 5400 fra ristoranti ed alberghi dal 1997, anno di istituzione del riconoscimento.
I ristoranti che hanno aderito all'iniziativa in Cina sono stati sottoposti a controlli che vanno dall'organizzazione delle cucine, alla tracciabilita' dei prodotti alimentari importati dall'Italia, dalle credenziali dei cuochi all'esattezza dei menu', come stabilito dal comitato die same a livello internazionale. Solo due ristoranti
hanno superato la prova nella capitale cinese, 8 sono stati premiati a Shanghai, 3 a Canton e 3 a Shenzhen, nel sud del paese. Sebbene non tutti i ristoranti abbiano aderito all'iniziativa, il tasso di esclusione fra i partecipanti e' stato alto: nella sola Cina circa il 40% dei ristoranti italiani non ha superato la prova qualita'.

Fonte: Camera di Commercio in Cina
Carrozziere, falegname, fabbro, autoriparatore: tutti mestieri declinati fin qui (quasi) sempre al maschile. Ma ora si dovrà cominciare a ripensare i termini, perché anche in Italia sempre più donne scelgono di lavorare in campi considerati di dominio esclusivamente maschile. Le storie  di Flora Pacioni (titolare
dell'officina di autoriparazioni 'Auto Point Service' di Roma, gestita insieme alla figlia), Anna Rizzo (della 'Rizzo Umberto srl', azienda di Fontenuova, vicino Roma, che produce componenti di termoidraulica e rubinetteria) e delle donne della famiglia Degli Stefani, Myriam, Samuela e Luigina (che alla morte del capofamiglia decidono di mandare avanti la carrozzeria di Varese).

Per saperne di più
Intervista a Mario Crosta, direttore generale di Banca Etica, che a marzo ha festeggiato dodici anni di attività insieme ai suoi 36 mila soci. Crosta illustra la differenza tra la finanza etica e quella tradizionale. “Il nostro è un modello permeato dalle istanze della responsabilità sociale d’impresa. Siamo l’unica banca in Italia e la seconda nel mondo ad aver ottenuto una certificazione SA 8000 che conferma la nostra attenzione ai diritti umani, ai diritti dei lavoratori, alla sicurezza dei posti di lavoro. La banca opera dalla nascita in quattro ambiti: cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e società civile, ambiente. In campo ambientale l’attività si è particolarmente sviluppata a sostegno dell’agricoltura biologica e dell’energia prodotta da fonti rinnovabili – in modo particolare fotovoltaico ed eolico. Nel nostro modo di fare banca ci sono alcuni aspetti che ci contraddistinguono.

Crescono nel 2010 le esportazioni lombarde di alimenti e bevande, +7,2% in un anno, superando i 3 miliardi di euro. Principali destinazioni sono Francia (15,5%), Germania (13,6%) e Stati Uniti (8,8%). Tra le province lombarde Milano copre il 29,5% delle esportazioni regionali e il 44% delle importazioni per un interscambio che complessivamente supera i 3 miliardi. Seguono Pavia e Brescia per le esportazioni (rispettivamente 13,1% e 10,3%) e Lodi e Brescia per le importazioni (9,8% e 8%). La Lombardia nel 2010 ha rappresentato il 19% delle esportazioni italiane alimentari verso il mondo e quasi un quarto di tutto l’interscambio (23,9%). I prodotti lombardi sono apprezzati soprattutto in Europa che assorbe da sola il 79,1% dell’export per un valore di circa 2,4 miliardi di euro, ma anche dal continente americano (12% del totale) e dall’Asia (6%). In crescita dal 2009 soprattutto le esportazioni verso l’Oceania, che passano da 41,6 a 54,2 milioni di euro, +30,1%. Tra i beni più esportati, quelli lattiero-caseari (20,9%), gli alimentari generici (18,6%), le bevande (15%) e i prodotti da forno (12,4%). Le imprese lombarde. Sono oltre 5.900 le imprese attive come industrie alimentari e delle bevande in Lombardia, il 9,9% del comparto italiano. A Milano ha sede circa una impresa su cinque (26,3%), una su sette a Brescia (14,2%), una su nove a Bergamo (11,3%). Rispetto all’anno scorso il settore presenta un andamento stabile mentre a Monza e Brianza cresce dell’8,6 % e a Lecco dell’1,8%.