Notiziario tematico

Nei giorni scorsi, a Villa Erba, è stato siglato il «Patto per lo sviluppo della filiera nautica», prima firma quella del vicepresidente di Regione Lombardia, Andrea Gibelli. I due capisaldi del Patto sono nautica e attrattività. Sulla bontà dell’iniziativa non ha dubbi Attilio Briccola, membro del Cda della Camera di Commercio e coordinatore del tavolo tematico della nautica: «Il Patto consentirà anzitutto un rafforzamento di strutture e infrastrutture di servizio a sostegno della filiera. Inoltre permetterà di avere risorse umane adeguatamente formate. Ciò non toglie che bisogna migliorare la fruibilità del lago». Nel Comasco il comparto é formato da un centinaio di imprese e occupa un migliaio di addetti.

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Con il decreto legislativo 231 del 2001 il legislatore ha disciplinato la responsabilità delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche non fornite di personalità giuridica, introducendo il principio della responsabilità penale delle società già applicato in altri stati europei, tra cui Francia, Regno Unito e Svezia, recependo la convenzione O.C.S.E  del 17 settembre 1997 sottoscritta anche dall’Italia sulla lotta alla corruzione nelle operazioni economiche internazionali.

E' configurabile la responsabilita' penale del datore di lavoro di diritto (nella specie, presidente del C.d.A.) per la morte di un lavoratore, a nulla rilevando la circostanza che la gestione operativa dell'azienda fosse svolta di fatto da altri (nella specie, un consigliere della societa'), in quanto il ruolo solo formale non libera il primo dai propri obblighi e doveri costituenti la posizione di garanzia nei confronti del lavoratore. Particolarmente interessante e ricca di spunti di riflessione la sentenza della Suprema Corte che si sofferma, seppure nella sua sintesi espositiva, su un tema delicato e grande attualità, quello del rapporto intercorrente tra datore di lavoro “di diritto” e “di fatto” e di individuazione del soggetto penalmente responsabile in casi di infortunio del lavoratore.

Banche, finanziarie e centrali rischi private possono verificare i dati degli utenti, chiedendo conferma al nuovo archivio centralizzato del ministero dell'economia; previsto l'obbligo di inviare copia scritta del contratto all'indirizzo anagrafico del consumatore. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 23 marzo 2011 il provvedimento che modifica la normativa di recepimento della direttiva 2008/48 (decreto.legislativo n.141 del 2010), istituendo un sistema pubblico di prevenzione delle frodi nel settore del credito al consumo, con specifico riferimento al cosiddetto furto di identità di persone fisiche o giuridiche (utilizzo indebito di dati personali, occultamento parziale di identità).