Notiziario tematico

Il progetto OWLE50+ (Older Women in Learning & Enterprise 50+) è stato proposto sulla base di importanti esperienze condotte in Inghilterra su donne ultracinquantenni interessate ad approfondire la propria formazione ed a valutare strategie di autoimprenditorialità. Nonostante i trend di invecchiamento della popolazione e tutta la normativa a favore, gli ultracinquantenni sono ancora pesantemente svantaggiati nel mercato del lavoro e le donne ultracinquantenni ancora di più. Da una parte si chiede ai lavoratori di allungare la propria vita lavorativa allontanando la prospettiva di pensione e dall’altra di fatto a cinquant'anni è impossibile entrare nel mondo del lavoro o se ne è espulsi per primi.

Dunque la vita media si allunga, il numero delle donne grandi cresce ma gran parte di loro non è in possesso delle competenze necessarie a gestire queste circostanze, così diverse da quelle delle loro madri, né intraprende percorsi di formazione continua in età adulta, nemmeno se incoraggiate. Infine molte donne ultracinquantenni necessiterebbero di un reddito aggiuntivo.

altLa Banca europea per gli investimenti ha siglato con Ubi Banca un contratto di finanziamento per 250 milioni da destinare alle piccole e medie imprese italiane.

A livello tecnico, l’operazione consiste nella sottoscrizione da parte della Bei di un’obbligazione bancaria garantita (covered bond) emessa da Ubi. E’ la prima volta che la BEI opera in Italia tramite lo strumento dei covered bond, introdotti sul mercato nel 2007. Questo finanziamento da 250 milioni rappresenta la prima tranche di un prestito della Bei a Ubi banca già approvato, e interamente destinato alle PMI, del valore complessivo di 500 milioni di euro.

I progetti potenzialmente finanziabili sono principalmente da ricondursi ai settori dell’industria, dei servizi e del turismo, per un importo massimo, per ciascun progetto, di 12,5 milioni di euro.
I fondi saranno erogati dalle seguenti banche del Gruppo Ubi: Banca Popolare di Bergamo,  Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Regionale Europea, Banca Carime, Banca di Valle Camonica, Banco di San Giorgio, nonché da Ubi Leasing.

Fonte: La Stampa
(articolo pubblicato il 14 aprile 2010)

Le pmi italiane utilizzano, in media, 0,7 pc fissi e 0,3 PC portatili per addetto, con una variazione sulla base della dimensione d'impresa. A dirlo è l'Osservatorio ICT & PMI della School of Management del Politecnico di Milano, le cui elaborazioni sono state presentate mercoledì al convegno 'ICT as a service: ennesima moda o reale opportunità per le PMI?'. Cresce quindi l'utilizzo delle ICT da parte delle PMI italiane, ma il mercato delle soluzioni in modalità 'as a Service' (ovvero a consumo) è ancora embrionale. Le imprese che non possiedono alcun sistema gestionale nell'ultimo trienno passano dal 12% al 9%.

L'Osservatorio, giunto al suo settimo anno di attività, ha introdotto alcune novità nella Ricerca di quest'anno, come spiega il Responsabile Scientifico Raffaello Balocco: "L'obiettivo principale e' stato quello di analizzare l'adozione di soluzioni ICT da parte delle PMI italiane, in un campione statisticamente significativo di imprese tra i 10 e i 500 addetti". Rispetto al 2007, aumenta sensibilmente l'utilizzo di applicazioni di Business Intelligence, in tutte le classi dimensionali, ma è ad oggi marginale l'adozione di tali applicazioni in modalità as a Service. Le applicazioni di CRM (che consentono di ottimizzare i processi di business) sono utilizzate da una percentuale di pmi che varia dal 9% per le imprese di dimensioni minori, fino al 24% per le imprese con più di 250 addetti. Inoltre, circa un'impresa su 3 utilizza un'applicazione di gestione delle Risorse Umane. Infine, circa il 20% delle pmi italiane si dimostra interessato all'adozione futura di almeno un'applicazione in modalità as a Service.

Fonte: AGI
(articolo pubblicato il 14 aprile 2010)
(Ln - Milano) Parte da Milano, dalla condizione di vita metropolitana, per diffondersi in tutta la regione, il progetto di un Comitato strategico "Donna-Famiglia-Lavoro" che affianchi il presidente della Regione nell'individuare e realizzare politiche innovative per affermare il protagonismo della donna nella società e la conciliazione famiglia-lavoro.
Chiamati a farne parte, esponenti del mondo dell'impresa e del sindacato, associazioni familiari e femminili, esponenti del mondo dell'università, della ricerca, dell'area socio-sanitaria, giuristi, personalità della cultura e dello spettacolo.
"Fare in modo che nessuna donna sia più costretta a scegliere tra cura delle relazioni familiari e lavoro", ha sintetizzato il presidente, il quale pensa a un fondo speciale di 10 milioni all'anno dedicato a questo scopo.