Notiziario tematico

altNavigano, chattano, sono campionesse dei videogiochi e non riescono a vivere senza cellulare. Colpa forse di vecchi luoghi comuni (“imbranate”, “poco portate”), le donne hanno impiegato più tempo degli uomini ad avvicinarsi alla tecnologia. Adesso però la scintilla è scoccata. Nel giro di tre anni, sono aumentate di oltre 2 milioni le bambine, le ragazze e le signore italiane che navigano su Internet e giocano con i videogame. Dal 2008 al 2009, inoltre, le donne con uno smartphone sono passate da 3,7 a 4,6 milioni. Musica per le orecchie delle aziende di elettronica e informatica, che nel femminile individuano una nuova appetibile fetta di mercato. Secondo l’agenzia Corbis (stime 2009) il giro d’affari delle tecnologie rosa ha già raggiunto i 55 miliardi di dollari. Ed è destinato ad aumentare.

Fonte: alt

Il 2009 è stato l’anno della ripresa delle news online, ma anche dell’esplosione dei siti di giochi e scommesse e del continuo incremento dei video, lasciandosi alle spalle un 2008 segnato dal fenomeno di community, blog e social network.

E’ quanto emerge dall’analisi di Nielsen sulle abitudini degli utenti internet italiani, che a fine 2009 hanno raggiunto i 23,6 milioni crescendo del 7% su base annua.

Le reti sociali, sottolineano gli analisti, non hanno smesso di guadagnare terreno. “La crescita a doppia cifra continua e la categoria, con oltre 18 milioni di internauti, è ormai da un anno saldamente al terzo posto nella classifica del tipo di siti più visitati in Italia, dopo motori di ricerca e portali generalisti”, ha spiegato Ombretta Capodaglio, marketing manager della divisione Online di Nielsen.

E' nato InGenere.it, il nuovo portale (redatto dalla Fondazione Brodolini) per discussioni e dibattito su tematiche economiche e sociali analizzate in un’ottica di genere. In questo periodo di crisi e incertezza, l’obiettivo è quello di condividere ricerche, studi ed altre informazioni, creando una rete di persone che affronti i temi politici più importanti al livello nazionale e internazionale, senza però dimenticarsi le differenze e disuguaglianze che continuano ad esistere tra i sessi.

“Il campo dei gender studies – affermano le promotrici – è vasto e ricco, e la sua carica innovativa è ormai consolidata scientificamente. Ciononostante, quelle analisi, quegli studi e quelle pratiche faticano a tradursi e/o a trovare ascolto nel terreno della proposta politica e in particolare nel dibattito sulla politica economica. Con questo portale intendiamo dare uno spazio di comunicazione e uno strumento di azione.”

altLa crisi c’è e nessuno lo nega, anche se qualcuno vorrebbe farci credere che il peggio è passato. E anzi forse prendere atto di una crisi non solo momentanea, ma invece strutturale del nostro mondo del lavoro, potrebbe aiutare ad affrontare in maniera più efficace le difficoltà economiche che stiamo vivendo. E ad esempio una delle cose di cui bisognerebbe rendersi conto è che in questo paese nessuno vuole più fare i lavori artigianali, con il risultato che migliaia di posti restano vacanti.

A denunciarlo è la Confartigianato che sull’argomento a snocciolato numeri molto significativi. Innanzitutto nel 2009 un’impresa artigiana su quattro ha avuto problemi a reperire manodopera qualificata. A fronte di una richiesta di 93.410 dipendenti infatti, ben il 25,1% è rimasta inevasa, il che significa che 23.446 posti di lavoro sono rimasti vacanti. Una situazione davvero emblematica se si pensa che le richieste riguardano il mondo del lavoro giovanile e che in questo ambito il tasso di disoccupazione under 25 è pari al 23,5%, mentre quello di occupazione under 29 anni è del 39,3% a fronte di una media europea superiore al 50%.