Notiziario tematico

Lunedì 1° febbraio 2010 ha preso il via il progetto di promozione dei mestieri artigianali, di bottega e dell'artigianato artistico, rivolto agli studenti delle secondarie di secondo grado.

"Lo scopo – spiega l'assessore alle Politiche del lavoro, Stefano Di Meo - è far conoscere le varie professioni presenti sul territorio, favorendo l'incontro tra chi ha già intrapreso un'attività artigianale e chi potrebbe essere interessato ad avviarne una, tramite eventi e manifestazioni dimostrative". Il programma rientra nell'ambito del progetto del fondo sociale europeo "Servizi per il lavoro: adattabilità, occupabilità e inclusione sociale".

Il progetto, coordinato dalla Provincia di Viterbo, prevede il coinvolgimento degli interlocutori istituzionali locali del settore, i quali sono invitati ai tavoli tecnici per definire i dettagli dell'iniziativa e la programmazione delle attività.

La stilista Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, l'imprenditore Alberto Bombassei e un riconoscimento alla memoria per il designer Bob Noorda. Sono alcuni dei vincitori dei premi "Rosa Camuna" e "Lombardia per il lavoro", che sono stati consegnati il 9 febbraio dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel corso di una cerimonia che si è svolta all'Auditorium Gaber nel grattacielo Pirelli.

Per la provincia di Milano, hanno ricevuto il premio Rosa Camuna l’ingegnere Costanza Calvetti; la manager Graziella Gavezotti; la stilista Mariuccia Mandelli; la presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Milano e membro dell’Agenzia spaziale italiana, Amalia Ercoli Finzi. Premi anche a Teresa Miani che gestisce dal 1999 il bar Zucca in Galleria Vittorio Emanuele; a Cristina Mondadori, presidente della Fondazione Benedetta d’Intino; a Lucia Locatelli, capitano paracadutista al 186° reggimento Folgore di Siena.


Trovate l'elenco integrale dei vincitori e delle vincitrici qui.

(pubblicato il 9 febbraio 2010)

Fonte: alt


Secondo uno studio UE, il 50% degli adolescenti europei diffonde su Internet informazioni personali che possono rimanere online in via definitiva ed essere accessibili a chiunque. Ieri, in occasione della giornata Safer Internet, la Commissione europea ha rivolto un invito agli adolescenti: “Pensaci bene, prima di metterlo online!”.

La Commissione ha già accolto con favore le azioni intese a proteggere i minori che fanno uso di siti di socializzazione in rete intraprese dalle 20 società che lo scorso anno hanno sottoscritto i principi dell’accordo su un uso più sicuro di tali siti (IP/09/232). La maggior parte di queste società ha messo i minori in condizione di gestire i rischi online rendendo più semplice modificare le impostazioni relative alla privacy, bloccare gli utenti o cancellare commenti e contenuti indesiderati. Tuttavia, a parere della Commissione, per proteggere i minori che usano Internet occorre fare ancora di più. Le società di siti di socializzazione in rete che garantiscono che i profili dei minori di 18 anni siano automaticamente visibili solo ai loro amici sono meno della metà (40%), e soltanto un terzo di esse ha dato risposta alle segnalazioni di utenti che chiedevano aiuto.

alt10 febbraio 2010

A Londra e New York, ci sono ancora poche donne ai vertici delle banche, nonostante i decenni di impegno vissuti per scalare la vetta delle grandi aziende. Ma nel settore finanziario indiano, ancora relativamente giovane, spesso sono donne non solo quelle che concludono gli affari, ma anche quelle che dirigono la baracca.

In India, le filiali di HSBC, JPMorgan, Royal Bank of Scotland e Fidelity International sono gestite da donne. Lo stesso vale per la seconda banca più grande del paese, la Icici Bank, e la terza, Axis Bank. Tutto ciò in un paese dove in alcune aree geografiche i genitori privilegiano ancora i figli maschi, e dove il tasso complessivo di alfabetizzazione femminile rimane basso. L’abbondanza di talenti femminili presenti nel top management del settore bancario indiano potrebbe dunque stupire. Ma queste professioniste, che in molti casi hanno avuto occasione di lavorare anche a Londra e New York, dicono che l’India fornisce un contesto nel quale la disponibilità dei manager (in gran parte maschi) e la varietà degli ambienti lavorativi fanno sì che si possa avere successo anche senza far parte di una qualche sorta di “gentlemen’s club”.