Welfare innovativo

Dal 27 al 29 maggio tre giorni dedicati agli approfondimenti delle tematiche Smart. Una nuova associazione per la governance dei progetti e un incubatore d’impresa per riqualificare l'area dismessa di Ripamonti, 88.

Dieci progetti finanziati per oltre 52 milioni di euro da Miur e Regione Lombardia, altri dieci progetti in cinque ambiti di applicazione realizzati dall’Amministrazione comunale con proprie risorse oltre a circa 3 milioni di euro di contributi di Camera di Commercio e Comune di Milano alle imprese e start up che investono nell’innovazione digitali solo nel 2013. E ancora: una nuova associazione per la governance dei progetti,e un incubatore d’impresa per riqualificare l'area dismessa di Ripamonti, 88 e una tre giorni - dal 27 al 29 maggio -  dedicata all’approfondimento delle tematiche Smart city: oltre 43mila imprese coinvolte, 344 mila addetti e un fatturato di 128 miliardi di euro l’anno. Questi i numeri di Milano Smart city annunciati dall’assessore alle Politiche del Lavoro, Sviluppo economico, Università, Ricerca e da Erica Corti, Membro di Giunta della Camera Commercio di Milano per illustrare il percorso attuato da Milano, negli ultimi due anni e mezzo, verso una città sempre più attenta alla tecnologia, alla ricerca e all’inclusione sociale.

“Smart city – ha detto l’assessore alle Politiche del Lavoro, Sviluppo economico, Università, Ricerca e Smart City - significa vivere in una città nella quale la tecnologia risponde ai bisogni dei cittadini in termini di azioni amministrative meno impattanti, da un punto di vista economico e ambientale, sebbene più inclusive dal punto di vista sociale. Obiettivi più facilmente raggiungibili con la collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e sistema delle imprese”.

L’attenzione verso lo Smart Working sta crescendo, come dimostrano i numerosi progetti che si stanno avviando nelle imprese e pubbliche amministrazioni italiane. E la nuova proposta di legge per semplificarne l’adozione e la diffusione. L’Osservatorio Smart Working del Polimi ha sviluppato un metodo per supportare le aziende su questo fronte.

Lo Smart Working non può limitarsi a una semplice iniziativa di work-life balance e welfare aziendale per le persone perché ha la capacità di innescare un profondo cambiamento culturale superando modelli di organizzazione del lavoro tradizionali che costituiscono ancora oggi un fattore di rigidità e arretratezza del sistema economico italiano. Restituire alle persone una maggiore flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare per svolgere le proprie attività lavorative significa creare organizzazioni più flessibili, introdurre approcci di empowerment, delega e responsabilizzazione delle persone sui risultati, favorire la crescita dei talenti e l’innovazione diffusa. Per questo motivo, un progetto di Smart Working deve essere affrontato in maniera coerente attraverso una governance condivisa e una roadmap di adozione che consideri le seguenti complessità:

 

Per partecipare alla 'call' basta inviare entro il 28 maggio a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure su www.pianoc.it/10idee.

Perché l'Italia ha bisogno di più smart working? E se a pensarci su, lavorando al tema per tre mesi a tempo pieno e producendo 10 idee innovative, fosse un team intergenerazionale di sole donne? Cisco Italia e Piano C lanciano la sfida e mettono più generazioni di donne a confronto sul tema dello smart working, attraverso una 'call for ideas' che dà la possibilità a tre donne - selezionate da un comitato di esperti - di partecipare a un percorso di tre mesi per rimettersi in gioco, scoprendo e riscoprendo le proprie risorse in ambito lavorativo.Per partecipare alla 'call' basta inviare entro il 28 maggio a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure su www.pianoc.it/10idee, insieme al curriculum vitae, una breve scheda con un'idea 'originale' su come lo smart working potrebbe concretamente migliorare la nostra vita. L'idea può riguardare la tecnologia, la cultura, la filosofia, i modelli economici. Qualunque punto di vista nuovo e innovativo è benvenuto e sarà valutato per la sua originalità e concretezza da un comitato di selezione composto da rappresentanti di aziende, istituzioni e università. La 'call' è rivolta alle laureate in cerca del primo lavoro (percorso 'Bridge to Work') e alle donne di tutte le età che mancano dal mondo del lavoro da un po' di tempo e vorrebbero rientrarvi con vigore e nuove competenze (percorso 'Back to Work'). Non è richiesta nessuna formazione particolare: l'opportunità è rivolta a tutte, perché la diversità di background, esperienza e punti di vista, uniti alla diversità generazionale, daranno il vero valore aggiunto.

Il telelavoro è sempre più diffuso ma non mancano le difficoltà di gestione: ecco i punti deboli secondo i CIO.

Rendere produttivi ed efficienti i dipendenti che lavorano da casa è una delle più grandi sfide che unmanager deve affrontare, chiamato a monitorare quotidianamente l'attività dei collaboratori che operano in remoto.Secondo un'indagine promossa da Robert Half, ad esempio, la maggior parte di CIO teme di non aver abbastanza tempo per organizzare e gestire al meglio i dipendenti che svolgono le loro mansioni in telelavoro, sottolineando difficoltà legate alla comunicazione e alla mancanza di spirito di squadra dovuto all'assenza di una regolare interazione tra i collaboratori.

Per gestire con efficacia i lavoratori fuori sede, tuttavia, è molto utile chiarire le proprie aspettative a priori indicando in modo preciso la fascia oraria durante la quale tenere sotto controllo le email e rendersi reperibili telefonicamente.