Welfare innovativo

Paola Corna Pellegrini è stata nominata ceo Italia di Havas Worldwide Health, network Euro Rscg Life e Health 4 Brand. Corna Pellegrini comincia la sua carriera nel markentig 28 anni fa presso la Henkel Cosmetic Italia. Dopo 8 anni entra in Europe Assistance, azienda nella quale in quattro anni diviene direttore sales & marketing. Nel 1996 inizia il suo percorso nell’industria farmaceutica come direttore marketing del gruppo Novartis Consumer Health Italia; nominata business unit head Otc nel 2002, diventa general manager Otc nel 2004. Dopo 10 anni trascorsi con il gruppo Novartis Paola Corna Pellegrini intraprende un nuovo percorso in Zambon Pharma, con la carica di worldwide general manager, membro del consiglio di amministrazione e ceo Italia.
Negli ultimi due anni Paola è stata senior consultant di corporate & business strategy per aziende italiane e internazionali operanti nel settore salute e benessere. Corna Pellegrini ha una laurea in matematica ed un Mba; vive a Milano, è sposata ed ha due figli.

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Alessandra Carra assume da questo mese il ruolo di direttore generale di Emilio Pucci, maison italiana che fa parte del gruppo Lvmh. Il salto avviene dal gruppo statunitense Ralph Lauren, dove è stata dal 2004 direttore generale di Polo Ralph Lauren Italia (e per i paesi licenziatari gestiti dall'Italia) e vicepresidente senior di womenswear e accessori di Polo Ralph Lauren Europa.
In Pucci, la Carra si rapporterà con Pierre-Yves Roussel, presidente della divisione moda del gruppo Lvmh. La carriera della manager nel mondo della moda é iniziata nel 1996 alle dipendenze di McKinsey come direttore marketing strategico in carica per le licenze  lusso di Trussardi. Dopo due anni, in forza a Levi Strauss,  è stata nominata direttore generale Italia. In seguito ha passato quattro anni da Valentino, dove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente marketing, vendite e distribuzione, per poi arrivare da Ralph Lauren.

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Sono approdate alla ribalta della cronaca per un articolo che hanno scritto per l'Herald tribune, uscito il 19 febbraio scorso. Ma come spiegano loro stesse, l'attenzione è stata più da parte dei media oltreconfine che non dei nostri. La loro tesi era che in Italia la vita delle donne è particolarmente dura, molto di più rispetto ai luoghi che hanno frequentato per studio e ora per lavoro. E che il "machismo" sia ancora la regola imperante. Chiara Ruffa è "research fellow" ricercatrice postdoc all'International security program del Belfer Center all'università di Harvard (e associata allo Swedish Defence College a Stoccolma). Mentre Rosa Raffaelli è borsista postdoc
alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa. Intervista a Chiara Ruffa e a Rosa Raffaelli su quali sono state le reazioni al loro articolo e sulle differenze, dal punto di vista della parità di genere, fra la realtà di un ricercatore in Italia e quella nella più prestigiosa università degli Stati Uniti.

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Carrozziere, falegname, fabbro, autoriparatore: tutti mestieri declinati fin qui (quasi) sempre al maschile. Ma ora si dovrà cominciare a ripensare i termini, perché anche in Italia sempre più donne scelgono di lavorare in campi considerati di dominio esclusivamente maschile. Le storie  di Flora Pacioni (titolare
dell'officina di autoriparazioni 'Auto Point Service' di Roma, gestita insieme alla figlia), Anna Rizzo (della 'Rizzo Umberto srl', azienda di Fontenuova, vicino Roma, che produce componenti di termoidraulica e rubinetteria) e delle donne della famiglia Degli Stefani, Myriam, Samuela e Luigina (che alla morte del capofamiglia decidono di mandare avanti la carrozzeria di Varese).

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