Welfare innovativo

Milano, 21 maggio - Il 24,2% delle sedi d’impresa attive in Italia è un’impresa femminile. Le imprese femminili italiane producono un fatturato totale annuo di circa 200 miliardi di euro. Le titolari straniere sono 80.350, circa una su dieci in Italia: esse provengono principalmente da Cina (17.382 titolari, il 2,1% del totale), Romania (7.137, 0,9%) e Marocco (5.599, 0,7%). La provincia italiana con la presenza maggiore di imprese femminili è Roma (78.990, il 6,2% del totale nazionale), seguita da Napoli (59.820, il 4,7%) e Milano (57.247, il 4,5%) mentre le città in cui le imprese femminili sono cresciute maggiormente rispetto allo stesso periodo del 2011 sono Ragusa (+2%), Fermo (+1,8%) e Como (+1,4%). Quasi un’impresa femminile su tre in Italia si occupa di commercio, circa una su cinque di agricoltura, silvicoltura e pesca mentre una su undici è attiva nel settore alloggio e ristorazione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati al primo trimestre 2011 e 2012 e al quarto trimestre 2011 relativi alle sedi d’impresa e alle imprese individuali attive in occasione del convegno “Imprenditrici d’Italia”.

DAL DIRE AL FAREDal Dire Al Fare
Salone Italiano della Responsabilità Sociale d'Impresa
Università Bocconi - 30/31 Maggio 2012


FARE RESPONSABILITÀ SOCIALE D'IMPRESA IN TEMPO DI CRISI
A cura di Regione Lombardia
Aula AS03 | 31 maggio | 09.30 - 12.00 | Spazio PA

In un momento in cui la sopravvivenza e il successo dell’impresa sono messi in discussione dalla crisi economico-finanziaria, perché le imprese dovrebbero impegnare risorse nella realizzazione di azioni di Responsabilità Sociale d'Impresa? 
In che modo la RSI può diventare fonte di valore condiviso, contribuendo alla competitività dell’impresa e, allo stesso tempo, allo sviluppo sociale e ambientale del contesto di riferimento? 
Come è possibile che l’attenzione agli impatti sociali e ambientali diventi fonte di innovazione e criterio per l’identificazione e la gestione dei rischi lungo i processi produttivi?
Questo è il tema che verrà affrontato dai relatori del seminario, durante il quale rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico e di due direzioni generali di Regione Lombardia descriveranno azioni concrete per favorire l’adozione di comportamenti socialmente responsabili da parte delle imprese. 
Inoltre, nel corso del seminario saranno illustrati i risultati  del bando sul welfare aziendale, finalizzato a proporre un modello che introduca un cambio culturale all’interno delle aziende, dove la valorizzazione delle risorse umane tenga conto dei bisogni delle stesse e non solo del “fattore produttivo”.
Le politiche aziendali possono considerarsi uno dei perni del welfare sussidiario: in questo contesto è importante una integrazione delle misure e degli interventi a livello locale.

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Approvate dalla Giunta del Comune di Milano le linee d'indirizzo per l'individuazione delle premialità a favore dell'imprenditoria femminile cittadina.

Le donne imprenditrici saranno favorite nell'attribuzione dei punteggi nei bandi e nelle iniziative legate allo sviluppo economico del territorio milanese. Questo è l’importante risultato ottenuto grazie all’impegno del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano e del Coordinamento regionale dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile della Regione Lombardia, attraverso un percorso di lavoro intenso e costante, avviato già nel 2007 da Gianna Martinengo, che ha messo in evidenza il contributo dell’imprenditoria femminile allo sviluppo del territorio, animando il dialogo e il confronto con le istituzioni locali, le associazioni di categoria e le associazioni femminili.
 
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Rassegna stampa:
 
Al via un progetto UE per l’incremento delle capacità e della presenza delle donne nella piccola e media imprenditoria italiana.

Donne e impresa
 - Donne e imprenditorialità, un binomio che ancora stenta a decollare, ma che ha a suo carico un insieme di iniziative volte a incrementare la partecipazione femminile nell’universo delle piccole e medie realtà imprenditoriali italiane. Tant’è che è di questi giorni la notizia della messa in atto di un progetto europeo che ha ottenuto l’approvazione della Commissione Ue e ha come partner italiani le commissioni Pari Opportunità di Agci, Confcooperative e Legacoop, nonché diverse organizzazioni cooperative. 'Donne attive nelle Pmi: pratiche innovative di promozione della donna co-imprenditrice nelle Pmi europee e nelle relazioni industriali' è il nome del progetto è si pone molteplici obiettivi, tutti convogliati verso una maggiore e consapevole presenza femminile nel campo imprenditoriale. Dunque, il piano approvato avrà il compito di incrementare nelle donne che aderiranno le capacità e le competenze imprenditoriali e manageriali, quindi anche di gestione e decisione in seno all’impresa; parallelamente si andrà a operare altresì nel campo delle pari opportunità e delle uguaglianze di genere intavolando percorsi in grado di far aumentare la presenza femminile nei consigli di amministrazione e di trovare soluzioni ottimali al problema sempre attuale della conciliazione tra lavoro e famiglia, onere quasi sempre posto sulle spalle delle lavoratrici.