Welfare innovativo

 

37 anni,Laureata alla Bocconi, Alexandra Koukoulian ha iniziato il suo percorso professionale nel 2003 in Domina Hotels & Resorts nel ruolo di Development Manager Eastern Europe & Middle East, occupandosi di accordi contrattuali con partner su larga scala, esperienza che le consente di maturare una profonda conoscenza delle dinamiche di prodotto nel settore travel.

 «Aumenteremo le quote rosa al di là delle norme». Detto fatto: le parole pronunciate ieri da Marco Tronchetti Provera sono state tradotte in realtà dall'assemblea degli azionisti di Pirelli. Oltre ad approvare il bilancio 2010 con il 99,7% dei voti, i soci hanno infatti eletto il nuovo consiglio di amministrazione con tre donne: Giulia Maria Ligresti (confermata), Anna Maria Artoni (dalla lista presentata dal patto) ed Elisabetta Magistretti (indicata dai fondi).  Per il resto (17 membri su 20), però, il consiglio è tutto maschile. Entrano infatti Paolo Ferro Luzzi, docente di Tor Vergata, il rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo e Píetro Guindaní. Escono Giampiero Pesenti, Umberto Paolucci, Carlo Angelici e Cristiano Antonelli. L'assemblea ha poi approvato la politica sulle remunerazioni del gruppo e ha determinato in 1,7 milioni di euro il compenso annuo lordo dell'intero consiglio.

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Considerazioni controcorrente sul meccanismo delle "quote rosa", dietro il quale si  nasconde il concetto di  “sottomissione”. Vale a dire: “lo vedi donna, io ti considero”. Che è uguale a: “lo vedi donna, io ti considero perché sei inferiore”.  Pari Opportunità non é avere il 30% delle presenze femminili in Parlamento, ma piuttosto tutelare e salvaguardare competenza e merito (uomo o donna che sia).
Non c'é bisogno che una società crei una politica a misura di donna, ma che politica e istituzioni realizzino una società più a misura di donna.
In alcuni ambiti della società, il valore delle donne è sminuito, e a parità di lavoro e competenze, ad esempio, esse guadagnano meno dell’ uomo. Ciò perché molto spesso l’ambiente del lavoro è palesemente e viscidamente maschilista, e soprattutto consciamente o inconsciamente timoroso di una situazione conflittuale che vedrebbe dure lotte ad armi pari.
Eppure, quante donne oggi “comandano”, sono manager, capi di stato, scienziate, Premi Nobel… ma queste non sono arrivate lì dove sono grazie alle Quote Rosa. Non sarà soltanto perché sono tanto intelligenti?

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"Il lavoro dignitoso deve essere qualcosa di più di uno slogan, dovrebbe essere il fulcro delle politiche pubbliche". Lo ha sottolineato Sharan Burrow, segretario generale della Confederazione internazionale dei Sindacati (Ituc) al summit del G20 di Pittsburgh, nel settembre del 2009. Il suo auspicio troneggia sulla home page del nuovo portale lanciato dall'Ilo, un sito interamente dedicato al tema dei diritti dei lavoratori: Lavoro Dignitoso. Il progetto nasce dalla Dichiarazione dell'Ilo sulla giustizia sociale per una globalizzazione giusta del 2008, in cui il concetto di lavoro dignitoso è stato istituzionalizzato. Ma l'idea parte da lontano. Già nel 1999 era stata lanciata l'Agenda del lavoro dignitoso, dove al centro ci sono "le aspirazioni delle persone riguardo la propria vita lavorativa da concretizzare attraverso la possibilità di conseguire un lavoro produttivo e giustamente remunerato, una sicurezza sul luogo di lavoro estesa a ogni forma di protezione sociale, migliori prospettive di realizzazione personale e di integrazione sociale e la libertà di esprimere le proprie rivendicazioni organizzandosi e partecipando alle decisioni che riguardano il proprio futuro".