Notiziario tematico

altÈ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 243 del 17 ottobre 2012, il decreto del Ministero del lavoro 5 ottobre 2012, di istituzione del Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell'incremento in termini quantitativi e qualitativi dell'occupazione giovanile e delle donne, di cui all'articolo 24, comma 27, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.

altIl 20 ottobre centinaia di grandi ritratti in bianco e nero invaderanno 8 città italiane per il progetto di arte partecipata di JR a sostegno dei diritti dei cittadini di origine straniera.


Anche Milano parteciperà a quella che può essere definita la
festa di chi riconosce la ricchezza della multiculturalità e il diritto alla cittadinanza.

 

altCon il patrocinio dell'Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Milano, l'associazione Donne in Rete Onlus presenta il progetto "Non lo faccio più".

L’ obiettivo del progetto è produrre momenti di riflessione congiunta tra ragazzi e ragazze sul tema dello stupro, che non è e non può essere affrontato come un problema femminile. I ragazzi devono cominciare a parlare tra loro, capire cosa succede prima, durante e dopo, conoscere le conseguenze fisiche e psicologiche che un atto tanto cruento lascia sulle vittime, ma anche su di sé.

 altConciliare lavoro e famiglia in bergamasca resta un miraggio. E l’orizzonte si allontana ancora di più per le donne che spesso cedono il lavoro per seguire la famiglia e i figli, oppure sacrificano una vita personale per dedicarsi alla carriera. È quanto emerge da una ricerca condotta da Cisl Bergamo su un campione di 1.043 questionari. Uno studio che ha interessato i lavoratori occupati, non precari, in aziende sindacalizzate o con presenza sindacale. Di conseguenza il campione rappresenta in modo particolare la sfera dei lavoratori garantiti mancando non solo la vasta popolazione degli atipici e precari, ma principalmente la popolazione lavorativa (sopratutto di genere femminile) che è stata costretta proprio per problemi insolubili di conciliazione ad abbandonare il mondo produttivo.

Quasi la metà degli intervistati - pari al 48,23% - dichiara di aver sacrificato parte della vita personale per sostenere la scelta lavorativa: di questi la maggioranza [55,31%] è di genere femminile; gli uomini dichiarano di aver rinunciato prevalentemente alla sfera personale (amici e interesse) e in misura minoritaria a quella famigliare. Tra le donne emerge una maggiore rinuncia alla dimensione famigliare (avere figli o prendersi cura di loro).